Nella bozza della riforma fiscale che il Governo dovrà realizzare, per esigenze di semplificazione, ci si avvia alla cancellazione delle micro-tasse

Cancellazione delle micro-tasse e semplificazione

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Nella bozza della Riforma Fiscale redatta dalla VI Commissione Finanze della Camera e la VI Commissione Finanze del Senato, uno degli obiettivi da perseguire è quello della semplificazione e uno dei metodi contemplati per perseguire questa finalità è la cancellazione dei tributi minori.

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Non è certo la prima volta che si tenta di semplificare il sistema cancellando tasse inutili. Nel passato si sono succeduti infatti diversi tentativi di sfoltimento. Pensiamo al Governo Giallo Verde e alla lotta alle accise o a quando nel 2015 è stata eliminata l'imposta di fabbricazione. Questa volta però le intenzioni sembrano diverse, forse grazie all'aria riformista in materia fiscale che arriva anche dall'Europa. Il 18 maggio la Commissione Europea ha infatti proposto un piano d'azione di riforma fiscale che si rivela piuttosto ambizioso, il cui scopo è quello di realizzare una tassazione non solo più equa, ma anche più semplice, per renderla più conforme anche alla transizione digitale in atto.

Mini imposte: tanta spesa e poca resa

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Tornando però alla riforma Fiscale italiana, la riflessione delle Commissioni sulla necessità di eliminare le cosiddette "micro-tasse" riguarda le imposte, i diritti e le tasse erariali e territoriali di cui non si tiene più il conto e che si sono succedute negli anni creando un quadro assai complesso, confuso e disorganico.

Le ragioni per le quali si è giunti a riflettere sulla necessità di cancellare le piccole entrate fiscale sono fondamentalmente due:

  • prima di tutto si è rilevato che le entrate Statali e Regionali che si riferiscono a queste tasse è pari, rispetto al totale, allo 0,01% delle entrate statali e dello 0,01% delle entrate regionali;
  • in secondo luogo la riscossione di questi mini tributi si presenta assai onerosa. Le procedure di accertamento e di riscossione sono infatti troppo elevate rispetto alle entrate conseguite.

Le micro-tasse da eliminare

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Tanto per capire meglio di cosa si sta parlando, la bozza della riforma fiscale contiene un breve elenco esemplificativo delle tasse minori più significative da eliminare, ovvero:

  • il superbollo;
  • la tassa di laurea;
  • le tasse di pubblico insegnamento;
  • l'imposta sugli intrattenimenti;
  • la maggiorazione del tributo comunale sui rifiuti;
  • la tassa regionale di abilitazione all'esercizio professionale;
  • l'addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche;
  • i diritti di licenza sulle accise;
  • l'imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi e sugli aeromobili privati;
  • la tassa sulle emissioni di anidride solforosa e ossidi di azoto;
  • l'imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili.

Questi i balzelli più significativi, perché in realtà le voci che il Governo si propone di depennare sono un centinaio.

La delega al Governo

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Un obiettivo ambizioso quello del Parlamento, che con la legge delega sulla Riforma del Fisco al Governo, che il Consiglio dei Ministri dovrà approvare entro il 31 luglio 2021, si propone di realizzare un vero e proprio restyling del nostro complesso sistema Fiscale, che non solo crea una grossa confusione nei contribuenti, ma arresta la crescita del paese e scoraggia gli investimenti. Non resta che attendere l'atto finale della riforma per verificare se le promesse saranno mantenute.


Foto: 123rf.com
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