Il contributo unificato nel processo tributario: quanto si paga, quali sono gli scaglioni di riferimento, come si determina il valore della causa
Avv. Marco Sicolo - Il contributo unificato nel processo tributario si paga in base a valori specificamente previsti per tale settore, diversi da quelli stabiliti per i procedimenti davanti ai giudici ordinari.

Fino ad alcuni anni fa, per le cause instaurate davanti alle commissioni tributarie provinciali e regionali, era previsto il pagamento di una sola marca da bollo, ma a seguito delle previsioni contenute nel decreto legge n. 98 del 2011, anche nel processo tributario è stato introdotto l'obbligo di versamento del contributo unificato, disciplinato nel dettaglio dal Testo Unico sulle spese giustizia (D.P.R. 115/2002).

La disciplina del contributo unificato nel processo tributario

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Il contributo unificato, come noto, è stato introdotto in via generale nel nostro ordinamento proprio per esigenze di semplificazione, in sostituzione delle imposte previste dalle precedenti normative.

In base all'attuale disciplina, la parte che deposita il ricorso introduttivo è tenuta al pagamento di una somma forfettizzata, prevista nel dettaglio dagli artt. 13 e 14 del citato T.U.

Gli importi per scaglione di valore

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Il comma 6-quater dell'art. 13 del T.U. sulle spese di giustizia delinea gli scaglioni di riferimento relativi alle cause instaurate presso le commissioni tributarie provinciali e regionali, individuando per ciascuna fascia il corrispondente importo da pagare a titolo di contributo unificato.

Nel dettaglio, il contributo unificato tributario si paga secondo i seguenti valori:

€ 30 per controversie di valore fino a € 2.582,28;

€ 60 per controversie da € 2.582,28 a € 5.000;

€ 120 per controversie da € 5.000 a € 25.000;

€ 250 per controversie da € 25.000 a € 75.000;

€ 500 per controversie da € 75.000 a € 200.000;

€ 1.500 per controversie di valore oltre € 200.000.

Inoltre, è previsto che per i procedimenti tributari di valore indeterminabile in primo grado e in sede di impugnazione, il contributo unificato da versare sia pari ad € 120, mentre davanti alla Corte di Cassazione l'importo sale a € 1.036.

Invece, nel caso in cui la parte ometta di indicare il valore della causa, il contributo unificato dovuto è pari a € 1.500 in primo e secondo grado e ad € 3.372 davanti alla Corte di Cassazione.

Come si determina il valore di una causa tributaria

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Il contributo unificato nel processo tributario va versato in occasione della presentazione del ricorso, secondo gli importi sopra esaminati.

Per determinare il valore della causa, e quindi individuare il corrispondente importo da pagare a titolo di contributo unificato, il ricorrente deve fare riferimento alle somme richieste a titolo di imposta, considerate al netto di ogni sanzione e interessi (v. d.lgs. 546/92, richiamato dal T.U. spese di giustizia).

Se, invece, il ricorso concerne solamente la sanzione, sarà l'importo di quest'ultima a determinare il valore del processo.

Anche per il processo tributario è previsto l'aumento del contributo unificato per un importo pari alla sua metà nel caso in cui nel ricorso introduttivo non sia indicato il numero di fax del difensore e il codice fiscale del contribuente.

Va ricordato, infine, che, per effetto della novella introdotta dalla legge di stabilità per il 2014, il valore della causa così determinato, con riferimento a ciascun atto impugnato, anche in appello, deve essere espressamente indicato dal ricorrente nelle conclusioni del suo atto introduttivo, anche nei casi di prenotazione a debito.

Per approfondire l'argomento, si rimanda alla guida sul contributo unificato e alla guida sul processo tributario


Foto: 123rf.com
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