L'Esecutivo sta valutando diverse opzioni per favorire i pagamenti tracciabili e disincentivare l'uso del contante: dal cashback alle detrazioni ecco tutte le opzioni al vaglio dei tecnici

di Lucia Izzo - Il nuovo esecutivo sembra avere particolarmente a cuore un tema su cui, negli anni, il dibattito non si è mai placato, ovvero l'uso del contante. In particolare, l'obiettivo è quello di disincentivare i consumatori a utilizzare monete e banconote e favorire, invece, la diffusione di forme di pagamento elettroniche.

Lotta all'evasione fiscale

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Gli strumenti di pagamento tracciabili, secondo gli intenti, consentirebbero di potenziare la lotta all'evasione fiscale (dell'IVA in particolare) e delle forme di pagamento "in nero" poiché si andrebbe a semplificare il monitoraggio, da parte del Fisco, dei flussi di denaro e l'emersione di operazioni sospette.

Da un rapporto della Banca d'Itali (datato gennaio 2019, ma con dati aggiornati 2016), emerge che in Italia nel 2016 il contante è stato lo strumento più utilizzato nei punti vendita: l'85,9% delle transazioni è stato regolato in contanti, per un valore pari al 68,4% del totale.

Innanzi al neo ministro dell'economia Roberto Gualtieri sarebbe giunto un dossier che il titolare del dicastero dovrà analizzare lavorando insieme a tecnici ed altri esponenti dell'Esecutivo. Le misure al vaglio sono molteplici (incentivi, ma anche disincentivi) e rivolte a diversi operatori, ovvero sia alle attività economiche e professionali, sia nei confronti di coloro che effettuano i pagamenti.

Agevolazioni per chi paga col POS: dal cashback alle detrazioni

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Si lavora, in prima battuta, su una riforma delle deduzioni e delle detrazioni fiscali volta a premiare gli utilizzatori dei pagamenti elettronici. Da un lato, il Governo punta a introdurre agevolazioni fiscali puntuali nei confronti chi paga in modo tracciabile, ad esempio attraverso carta di credito o bonifico.

Dall'altro, invece, si guarda alle spese attualmente detraibili: per continuare e vedersi riconosciuti bonus e sconti fiscali (per esempio per spese mediche, canoni di locazione, istruzione, ecc.), i cittadini potrebbero essere "costretti" ad effettuarle con metodo tracciabile o pagamento con moneta elettronica.

Ma non è tutto: chi usa il bancomat potrebbe addirittura beneficiare di un "cashback" sull'importo speso, ovvero un rimborso fiscale pari a una percentuale del pagamento effettuato con strumenti alternativi al contante. Si pensa di concederlo sia a negozianti che famiglie, iniziando eventualmente non su tutte le transazioni, bensì prima dai settori in cui è presente un alto tasso di evasione.

Incentivi per chi si dota di POS e riduzione commissioni sui micropagamenti

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Altri incentivi potrebbero essere introdotti anche nei confronti di attività economiche e professionali che si dotano di POS o di altri terminali per consentire i pagamenti elettronici, ad esempio concedendo loro un credito d'imposta a copertura dei costi per installazione e gestione del POS, almeno per il primo anno.

Per stimolare gli operatori a preferire particolarmente elettronici, tuttavia, appare evidente come sarebbe opportuno anche intervenire sulle commissioni che i commercianti pagano agli istituti di credito per le singole transazioni, in particolare quelle sui piccoli pagamenti.

Il sottosegretario all'Economia, Alessio Villarosa, avrebbe già intavolato una trattativa con l'ABI (Associazione Bancaria Italiana) volta a rivedere il sistema delle commissioni sulle transazioni elettroniche e ad abolirle per i cosiddetti micropagamenti.

"Sto parlando da mesi con gli operatori - dichiara Villarosa - e resto sempre più convinto che per incrementare l'utilizzo degli strumenti digitali è fondamentale eliminare i costi delle transazioni digitali sotto i 5 euro e ridurre pesantemente i costi per quelle sotto i 25 euro e garantire bassi costi per quei settori a bassa marginalità come, ad esempio, benzinai o edicolanti".

Disincentivi all'uso del contante

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Se da un lato si vuole incentivare la moneta elettronica, dall'altro si vuole disincentivare l'uso del contante. In un primo momento era emersa la proposta (elaborata dal Centro studi di Confindustria) di tassare i prelievi di contante da bancomat o sportelli bancari e postali, ma il MEF sembra escludere categoricamente tale possibilità.

Invece, sarebbe opportuno inasprire le sanzioni nei confronti degli esercenti che non utilizzano il POS e non accettano pagamenti con carte di credito e debito. In effetti, già dal 2014 per i commercianti e i professionisti vige l'obbligo di dotarsi del POS, tuttavia le sanzioni nei confronti dei trasgressori sono talmente basse da non avere un effetto deterrente.

Leggi anche: Niente sanzioni per chi non ha il Pos

Addirittura è intervento il Consiglio di Stato ritenendo prive di fondamento di legge le sanzioni previste per professionisti e commercianti che non accettano dai clienti i pagamenti con carta.

P.A. obbligata ad accettare solo pagamenti elettronici

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Infine, l'Esecutivo potrebbe arrivare a coinvolgere direttamente la Pubblica Amministrazione. Oltre a rafforzare il sistema PagoPA, che consente di pagare le pendenze con gli enti con metodi elettronici, si potrebbe introdurre un vero e proprio obbligo a carico dell'Amministrazione di accettare solo pagamenti elettronici.

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Sempre per frenare l'uso del contante, è di questi giorni, inoltre, la proposta di introdurre una card unica valevole sia come carta d'identità, che come tessera sanitaria e per effettuare pagamenti elettronici nell'ottica dello stop al contante. Un simile progetto potrebbe semplificare l'uso dei pagamenti elettronici anche per quelle cittadini, ad esempio gli anziani, che hanno poca dimestichezza con le moderne tecnologie.


Foto: 123rf.com
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