Guida su tutti i trattamenti riservati ai pensionati titolari di trattamenti previdenziali bassi e sui passi da compiere per ottenerli

di Valeria Zeppilli - I pensionati che sono titolari di un trattamento previdenziale troppo basso non devono necessariamente rassegnarsi, ma possono verificare se il nostro ordinamento prevede dei sussidi e degli aiuti che permettono un aumento del loro assegno.

Primo step: controllare la pensione

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A tal fine, la prima cosa da fare è quella di controllare l'effettivo importo della propria pensione, sia lordo che netto, e scoprire quali sono le diverse voci che lo compongono.

Avere chiarezza sul punto, infatti, è il presupposto imprescindibile per scoprire se si ha diritto ad accedere ai diversi trattamenti messi a disposizione dall'Inps.

A tal fine, occorre quindi accedere al portale dell'Istituto e, avvalendosi delle credenziali "classiche" (codice fiscale e PIN) o delle credenziali SPID, consultare il servizio "Cedolino pensione e servizi collegati", dove sono presenti i cedolini mensili del proprio trattamento pensionistico e le voci che lo compongono.

Hai diritto ai trattamenti integrativi della pensione?

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Con queste informazioni, è possibile sapere se si ha diritto ad accedere alle prestazioni assistenziali o ai benefici economici sui trattamenti pensionistici che l'ordinamento previdenziale riconosce al pensionato che è titolare di redditi al di sotto di certi importi.

Ci si riferisce, ad esempio, alla maggiorazione sociale, all'integrazione al trattamento minimo e alla cosiddetta quattordicesima.

La maggiorazione sociale

La maggiorazione sociale, nel dettaglio, è una prestazione assistenziale riservata ai titolari di importo minimo ultrasessantenni, ultrasessantacinquenni e ultrasettantacinquenni che non superino specifici limiti di reddito fissati dal nostro ordinamento.

L'integrazione al trattamento minimo

L'integrazione al trattamento minimo, invece, è una prestazione spettante a chi ha una pensione il cui importo si colloca al di sotto del cosiddetto minimo vitale, ovverosia di una soglia determinata di anno in anno, che nel 2019 ammonta a 513,01 euro mensili.

La quattordicesima

La quattordicesima, infine, è una somma che l'Inps corrisponde ogni anno, a luglio o a dicembre, ai pensionati che hanno almeno 64 anni di età, sono titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell'AGO o delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative della medesima, il cui reddito complessivo non supera di due volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti.

Attenzione al RED

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Il pensionato che gode già di una prestazione collegata al reddito deve dichiarare ogni anno all'Inps i redditi rilevati utilizzando il servizio RED semplificato, attraverso i servizi telematici dell'Istituto.

L'Inps, infatti, esegue annualmente dei controlli per determinare la misura delle prestazioni spettanti per legge ai suoi assistiti. Tuttavia, i pensionati che sono titolari di prestazioni collegate al reddito (tra le quali quelle analizzate nel paragrafo precedente) devono rendere annualmente la dichiarazione reddituale, pena la sospensione e la successiva revoca della prestazione goduta.

Oltretutto, chi riceve dall'Inps delle somme indebite è tenuto a restituirle (anche eventualmente attraverso delle trattenute concordate sulle rate mensili della pensione).

Le detrazioni fiscali e i trattamenti di famiglia

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L'importo del trattamento goduto dal pensionato può crescere anche attraverso eventuali detrazioni fiscali o con l'erogazione di trattamenti di famiglia.

Questi ultimi sono costituiti, ad esempio, dagli assegni per il nucleo familiare (vai alla guida: "Assegni familiari: quando spettano e a chi") e dagli assegni familiari (vai alla guida: "Gli assegni familiari").

Lotta alla povertà con la pensione di cittadinanza

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I nuclei familiari composti esclusivamente da persone che hanno compiuto l'età pensionabile o da persone con più di 67 anni di età e disabili gravi o non autosufficienti possono beneficiare della pensione di cittadinanza, che è una prestazione economica mensile, esente da tasse, sorta con il fine di contrastare la povertà dei soggetti non più giovani.

Ai fini dell'erogazione della presente prestazione, è considerato al di sotto della soglia di povertà, se il nucleo familiare è composto da un solo soggetto, chi gode di un reddito inferiore a 780 euro mensili. Tale soglia si eleva progressivamente all'aumentare del numero di componenti del nucleo (vai alla guida: "La pensione di cittadinanza").

La pensione supplementare e il supplemento di pensione

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Il pensionato titolare di pensione a carico di un fondo sostitutivo, esclusivo o esonerativo dell'AGO che può far valere una contribuzione accreditata nell'AGO insufficiente a perfezionare il diritto a un'altra pensione tenendo conto dei requisiti contributivi può invece beneficiare della pensione supplementare, che si aggiunge al trattamento già goduto.

Diverso è il supplemento di pensione, che è un incremento della pensione che può essere liquidato tenendo conto dell'eventuale contribuzione relativa a periodi successivi alla data di decorenza della pensione medesima.

Occhio alla doppia imposizione fiscale

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Infine, resta da considerare l'ipotesi dei pensionati residenti all'estero, che spesso sono assoggettati alla doppia imposizione fiscale.

A tali soggetti va ricordato che l'Italia ha stipulato con diversi paesi delle apposite convenzioni che permettono di evitare la doppia imposizione. Se si risiede in uno di questi paesi, è quindi bene chiedere all'Inps l'applicazione del regime fiscale previsto dalle predette convenzioni. Così, la propria posizione risulterà di certo alleggerita.

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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