Un milione di multa per il capitano che viola i divieti e arresto per il comandante che resiste o forza le navi da guerra sono due degli emendamenti approvati al decreto sicurezza-bis che ha ricevuto l'ok da parte delle commissioni

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di Annamaria Villafrate - Il 18 luglio le Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera hanno dato il via al decreto Sicurezza bis n. 53 del 14 giugno 2019 apportando alcune rilevanti modifiche al testo. Ora il dibattito sul provvedimento teso a contrastare il traffico degli scafisti e l'immigrazione clandestina dovrebbe iniziare il 22 luglio in aula.

Vediamo le novità:

Decreto sicurezza-bis in breve

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Si rammenta brevemente che il decreto sicurezza bis contiene:

  • nuove norme in materia di sicurezza pubblica interna e internazionale;
  • disposizioni tese a rafforzare e coordinare le forze investigative per combattere il fenomeno dell'immigrazione clandestina;
  • regole per il corretto svolgimento della manifestazioni pubbliche e per scongiurare fenomeni di violenza durante le manifestazioni sportive;
  • misure che vanno a potenziare la disciplina dei rimpatri degli immigrati clandestini.

Fino a un milione di euro di multa per i capitani che trasgrediscono

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Le Commissioni affari costituzionali e giustizia nella seduta del 18 luglio hanno approvato importanti modifiche al testo del decreto sicurezza bis.

La prima, conseguente all'episodio Sea Watch, prevede una sanzione minima da 150 mila euro fino a un milione per il capitano della nave che dovesse contravvenire al divieto di ingresso nelle acque territoriali, cifre ben lontane da quelle previste inizialmente di 10mila e 50mila euro.

Arresto obbligatorio in flagranza poi per il comandante della nave che fa resistenza o esercita violenza contro una nave da guerra.

Approvato anche l'emendamento proposto dal M5S che vuole che le navi confiscate possano essere affidate subito alla polizia, alla Capitaneria di porto o alla Marina militare. Durante la confisca alle spese di custodia e manutenzione dovranno provvedere armatore o proprietario. Se poi la confisca diventa definitiva la nave entra a far parte del patrimonio dello Stato. Una misura che rende orgoglioso Luigi di Maio, sostenitore della lotta alle navi che, forzando le acque del mare territoriale, non fanno che alimentare il traffico degli scafisti e l'immigrazione clandestina.

Per gli albergatori obbligo di comunicazione alla Questura entro 6 ore

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L'altro emendamento di rilievo approvato in Commissione riguarda invece l'art 5 del decreto sicurezza bis, che nella formulazione iniziale prevedeva l'obbligo di comunicazione immediata degli albergatori alla Questura, per soggiorni non superiori alle 24 ore. La norma, che aveva raccolto il dissenso degli albergatori per l'eccessiva rapidità dell'obbligo comunicativo richiesto, ha portato alla modifica proprio della tempistica, che è stata portata a 6 ore, tramite collegamento online ai sistemi informatici del Viminale. La comunicazione immediata avrebbe creato sicuramente lunghe attese per i clienti per la conclusione di questa procedura e il rischio per l'albergatore, in caso di ritardo, di vedersi comminare sanzioni eccessive. Una soluzione equilibrata quella ora adottata, in cui ha prevalso il buon senso e il rispetto di albergatori e clienti.

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Foto: 123rf.com
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