Il risarcimento spetta alla moglie anche se l'intervento è stato eseguito senza colpa, ma con violazione della regola del consenso informato

di Redazione - La moglie ha diritto a essere risarcita se, a seguito di un'ipotesi di responsabilità medica, il marito ha subito danni che ledono la sua sfera sessuale.

Della questione si è di recente interessata la Corte di cassazione nella sentenza numero 26728/2018 (qui sotto allegata), in cui si è peraltro precisato che il risarcimento spetta anche se la situazione che ha peggiorato la salute dell'uomo tanto da comprometterne la sessualità non è stata determinata dalla cattiva esecuzione di un intervento chirurgico ma dalla violazione della regola del consenso informato.

La vicenda

Nel caso di specie, era accaduto che il marito si era sottoposto a un intervento chirurgico a seguito del quale gli era derivata una definitiva impotentia coeundi.

L'operazione, in realtà, era stata eseguita senza alcuna colpa o responsabilità da parte dell'equipe medica che se ne era occupata. Tuttavia, il paziente non era stato adeguatamente informato circa le conseguenze che sarebbero potute derivare (e che in effetti erano poi derivate) dall'intervento al quale l'uomo aveva acconsentito di sottoporsi.

Incidenza sul coniuge

Per la Corte di cassazione, si tratta di una condotta omissiva che può comportare delle conseguenze immediate e riflesse nella relazione di coppia e che, pertanto, può determinare un pregiudizio indiretto sul coniuge del paziente, "egualmente privato di un aspetto importante e caratterizzante del rapporto di coppia, collegato ai diritti e obblighi sanciti nell'art. 142, comma 2, cod. civ.".

Anche il coniuge ha pertanto diritto al risarcimento del danno subito nella sfera sessuale e relazionale della sua vita di coppia.

Corte di cassazione testo sentenza numero 26728/2018

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