di Gabriella Lax - «La riforma del meccanismo di perequazione per gli anni 2012-2013 non viola i diritti dei pensionati italiani». Con queste parole, scritte nero su bianco, la Corte di Strasburgo ha detto "no" alla class action ed ha respinto il ricorso presentato da 10.059 pensionati contro il decreto Poletti sulla perequazione delle pensioni dal 2012.
Strasburgo, class action pensionati: «Ricorso irricevibile»
Si tratterebbe, per i giudici europei, di un ricorso "irricevibile" poichè le misure prese dal governo e dal legislatore non violano i diritti dei pensionati. Al contrario la riforma del meccanismo della perequazione delle pensioni è stato introdotta per proteggere l'interesse generale, dunque il livello minimo di prestazioni sociali, per garantire la tenuta del sistema sociale per le generazioni future, in un momento storico in cui la situazione economica italiana era critica.
I pensionati, come riporta l'Ansa, rappresentati dall'avvocato Pietro Frisani, avevano presentato ricorso a Strasburgo all'inizio dell'anno contro il decreto Poletti (n. 65/2015) poiché il provvedimento (nato per rimediare alla bocciatura da parte della Corte Costituzionale delle previsioni del decreto 'Salva-Italia' del 2011), avrebbe «prodotto un'ingerenza immediata sulle loro pensioni per il 2012 e 2013 e permanente per effetto del blocco sulle rivalutazioni successive».
Non solo. La misura non avrebbe perseguito l'interesse generale, risultando sproporzionata e avrebbe violato il loro diritto alla proprietà.
Non stanno così le cose per la Corte di Strasburgo che, nel respingere il ricorso, ha chiarito che la riforma del meccanismo di perequazione delle pensioni è stata introdotta per proteggere l'interesse generale. In particolare per proteggere il livello minimo di prestazioni sociali e garantire allo stesso tempo la tenuta del sistema sociale per le generazioni future. Infine, secondo i giudici di Strasburgo «gli effetti della riforma del meccanismo di perequazione sulle pensioni dei ricorrenti non sono a un livello tale da esporli a delle difficoltà di sussistenza incompatibili con quanto prescritto dalla convenzione europea dei diritti umani».
Codacons: Cedu calpesta pensionati italiani, battaglia continua
Per il Codacons la sentenza della Cedu che ha respinto il ricorso dei 10.059 pensionati contro decreto Poletti sulla perequazione "è una decisione che calpesta i diritti di milioni di pensionati italiani". Per la Corte "lo stop alle rivalutazioni delle pensioni non espone ipensionati a difficoltà economiche, ma tale affermazione è assolutamente fuorviante e non centra la questione" spiega il presidente Carlo Rienzi. "Non si tratta infatti -prosegue- di un problema squisitamente economico ma di una questione di principio:il decreto Poletti ha ingiustamente danneggiato una specifica categoria di utenti, i pensionati, i quali hanno subito un trattamento diverso rispetto ad altri cittadini, in violazione delle norme comunitarie".
La battaglia in favore dei pensionati, avvisa il presidente dell'associazione, "non è però ancora conclusa: dinanzi la Corte europea dei diritti dell'uomo pende infatti un altro ricorso del Codacons contro la riforma del meccanismo di perequazione delle pensioni". "Non ci arrendiamo - conclude - e faremo di tutto per dimostrare alla Corte che il decreto è sbagliato, illegittimo e ingiustamente discriminatorio per i pensionati italiani".
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