Dal 14 luglio 2018 li professionisti non adotteranno più la scissione dei pagamenti nelle fatture con le Pubbliche Amministrazioni

di Lucia Izzo - A partire dallo scorso 14 luglio, data di entrata in vigore del decreto dignità, ovvero il decreto legge n. 87/2018 recante "Disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese", è divenuto immediatamente effettivo per i professionisti l'addio al c.d. split payment.


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La scissione dei pagamenti, ovvero lo split payment, è quel meccanismo attraverso il quale l'IVA addebitata in fattura ad una Pubblica Amministrazione, anziché venire corrisposta al fornitore, viene trattenuta dalle amministrazioni e versata direttamente all'Erario allo scopo di contrastare l'evasione fiscale.


Tale meccanismo era stato esteso anche ai professionisti, esclusi coloro che applicavano il regime forfetario, dal 1° luglio 2017 ad opera della c.d. manovrina (D.L. n. 50/2017) che aveva anche ampliato gli enti pubblici per i quali lo split payment avrebbe funzionato.

Split payment professionisti: addio dal 14 luglio

A seguito della norma, di contrario avviso, recata dal decreto dignità, i professionisti che operano con la P.A. e le sue controllate, oltre che con società quotate al Fitse Mib, non adotteranno più lo split payment per quanto riguarda le operazioni per le quali è emessa fattura successivamente alla data di entrata in vigore del decreto (14 luglio 2018).


Tale conclusione, dunque, vale anche nel caso in cui la prestazione di riferimento sia stata di fatto conclusa prima di tale data, ma senza che fosse ancora stata emessa la fattura che, invece, ha data successiva al 14 luglio.


Lo split payment, come esplicitato dal decreto, non si applicherà più per quanto riguarda tutti i compensi che sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta sul reddito ovvero a ritenuta a titolo di acconto.


Quindi, il professionista emetterà la fattura relativa all'operazione con le P.A. senza più indicare la "scissione dei pagamenti" e il cliente dovrà versare al professionista l'IVA che quest'ultimo provvederà a liquidare e versare all'erario.

Addio split payment: oneri per 140 milioni di euro

L'abbandono del meccanismo della scissione dei pagamenti nei confronti dei professionisti ha oneri pari, in totale, a 140 milioni di euro in tre anni: nel dettaglio si tratta di 35 milioni di euro per l'anno 2018, a 70 milioni per il 2019, a 35 milioni per il 2020.

Tali risorse, precisa il decreto, verranno recuperate dai fondi speciali del Ministero dell'Economia e delle Finanze, nonché dagli accantonamenti sia del Mef che dei ministeri dell'Interno, dell'Istruzione, dell'Ambiente, del Lavoro, degli Affari esteri e dello Sviluppo economico.

Una parte delle risorse, ovvero 8 milioni di euro per l'anno 2019, giungeranno mediante corrispondente riduzione del fondo per interventi strutturali di politica economica. Si stima, che quanto a 35 milioni per l'anno 2018, a 6 milioni di euro per l'anno 2019 e a 34 milioni di euro per l'anno 2020, sopperiranno i fondi che dovrebbero provenire dalle misure destinate al contrasto della ludopatia previste dal medesimo decreto dignità.


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