Il permesso retribuito dal lavoro è concesso al dipendente anche quando ha bisogno di sottoporre il suo animale domestico a cure specifiche e impellenti

di Annamaria Villafrate - Gli amanti degli animali sapranno sicuramente che si può avere diritto al permesso retribuito se si deve assistere il proprio animale domestico, bisognoso di cure particolari e indispensabili.

Vediamo, partendo dai casi in cui si può chiedere un permesso retribuito, come si è arrivati a "riconoscerlo" anche per la cura dell'animale domestico.

Indice:

Permessi retribuiti: cosa sono e quando spettano

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Occorre prima di tutto chiarire che i permessi di lavoro sono brevi periodi in cui i lavoratori pubblici e privati possono assentarsi dal lavoro e percepire comunque la retribuzione stabilita dai rispettivi contratti collettivi. I permessi vengono riconosciuti per:

  • morte o infermità (massimo di tre giorni all'anno) del coniuge o di un parente entro il secondo grado;
  • assistere un familiare disabile, secondo quanto previsto dalla legge 104;
  • matrimonio, fino a 15 giorni;
  • sostenere esami e concorsi (8 giorni all'anno non cumulabili);
  • allattare il proprio figlio nel primo anno di vita, permesso di cui può godere il padre, se la madre non ne ha beneficiato.

Permesso per animale: il caso che ha fatto scuola

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Il caso che ha aperto la strada alla possibilità di chiedere un permesso retribuito per curare il proprio animale domestico riguarda una dipendente universitaria, che necessitava di sottoporre il proprio cane

a un intervento veterinario urgente e quindi assisterlo. Stante il rifiuto del datore di lavoro a concedere il permesso, la lavoratrice si rivolgeva alla Lega Antivivisezione (Lav), che gli forniva assistenza legale facendoglielo ottenere. Nel caso in cui l'animale non riceva cure adeguate, il proprietario può infatti incorrere nel reato di abbandono ai sensi dell'art. 727 c.p. che punisce con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività.

Permesso per animale: l'influenza della Cassazione

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Proprio in relazione al reato di abbandono, la Cassazione nella sentenza 15076/2018 ha infatti precisato che: "il reato di cui all'art. 727 cod. pen. non sanziona esclusivamente gli atti di crudeltà, caratterizzati dal dolo, ma anche comportamenti colposi di incuria e abbandono nei confronti degli animali."

Già in passato, sempre la Suprema Corte, nella sentenza 18892/2012, richiamata dalla recente cassazione n. 3290/2018 aveva precisato che "per -abbandono- si intende non solo la condotta di distacco volontario dall'animale, ma anche qualsiasi trascuratezza, disinteresse o mancanza di attenzione, inclusi comportamenti colposi improntati ad indifferenza od inerzia."

Permesso per animale: quando spetta?

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Alla luce di quanto detto, si può quindi ritenere che il permesso di lavoro retribuito per assistere il proprio animale domestico può essere riconosciuto al lavoratore richiedente, se:

  • vive da solo;
  • non può delegarne a terze persone l'assistenza;
  • è in possesso di un certificato veterinario attestante la malattia;
  • non ha alternative per quanto il trasporto o la cura;
  • sussiste la necessità indifferibile di curarlo o sottoporlo a visita.

Insomma anche la cura del proprio animale domestico costituisce un "grave motivo familiare e personale" per cui è possibile chiedere permessi retribuiti.

Leggi anche Permesso di lavoro retribuito per curare il cane: la prima volta in Italia


Foto: 123rf.com
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