Se il conducente può rallentare in sicurezza deve fermare la vettura. Confermato il verbale all'automobilista

di Marina Crisafi - Col giallo bisogna fermarsi, altrimenti scatta la multa. Lo ha ricordato la Cassazione con la sentenza n. 11702/2017 (depositata l'11 maggio e sotto allegata), confermando la correttezza del verbale elevato a carico di una automobilista multata dai vigili perché era passata col semaforo giallo.

La vicenda

Perdendo in entrambi i gradi di merito, la donna si rivolgeva quindi al Palazzaccio, lamentando violazione di norme di diritto (ex artt. 2697 e 2700 c.c.) nel rigetto dell'appello e conferma della sentenza del giudice di pace relativa alla prosecuzione della marcia nonostante la luce semaforica gialla.

Ma per gli Ermellini, le censure non sono risolutive rispetto ad una sentenza che ha statuito che la ricorrente aveva la possibilità di fermarsi in condizioni di sicurezza tanto che i verbalizzanti che la precedevano si erano fermati.

Cassazione: al semaforo sempre prudenza

In particolare, premettono da piazza Cavour, "il riferimento al tempo psicotecnico per arrestare il veicolo al momento dell'accensione della luce gialla vale in relazione alla velocità del veicolo e non contravviene alla regola che in prossimità di un semaforo e/o di un qualsiasi incrocio bisogna moderare la velocità in base alle normali regole di comune prudenza".

In ordine ai tempi di durata della luce gialla, inoltre, l'orientamento della Cassazione è costante, nel ritenere, in linea con il ministero dei trasporti (ris. N. 67906 del 16.7.2007) che, "in assenza di specifiche indicazioni del codice - lo stesso deve avere una durata - non inferiore a tre secondi in corrispondenza al tempo di arresto di un veicolo che proceda ad una velocità non superiore ai 50 km/h, sicché un intervallo superiore deve senz'altro ritenersi congruo" (cfr. tra le altre Cass. n. 18470/2014).

Anche col verde, il conducente che impegna un incrocio disciplinato da semaforo, ricordano ancora gli Ermellini, "non è esonerato dall'obbligo di diligenza nella condotta di guida che, pur non potendo essere richiesta nel massimo, stante la situazione di affidamento generata dalle indicazioni semaforiche, deve tuttavia tradursi nella necessaria cautela riconducibile alla ordinaria prudenza ed alle concrete condizioni esistenti nell'incrocio".

L'osservanza di tale condotta è applicazione del più generale principio secondo cui il solo fatto che un conducente goda del diritto di precedenza non lo esenta dall'obbligo consistente nell'usare la dovuta attenzione nell'attraversamento di un incrocio (ex artt. 140, 141, 145 Cds) "anche in relazione a pericoli derivanti da eventuali comportamenti illeciti o imprudenti di altri utenti della strada che non si attengono al segnale di arresto o di precedenza".

E tali criteri, applicati per il verde, "valgono a fortiori nella ipotesi di luce gialla".

Da qui il rigetto del ricorso della donna oltre alla condanna alle spese.

Cassazione, sentenza n. 11702/2017

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