Online la raccolta firme per la proposta di legge promossa dalla CGIL insieme alle associazioni forensi per far decadere le incompatibilità

di Marina Crisafi - Nessuna incompatibilità tra avvocato e dipendente. È questo l'obiettivo della raccolta firme online da ieri a sostegno della proposta di legge promossa dalla Consulta delle Professioni Cgil unitamente all'Associazione nazionale forense (Anf) e alla Mobilitazione generale degli avvocati (Mga).

Il fine nello specifico, ricorda una nota Cgil, è quello di far decadere l'incompatibilità tra la professione di avvocato e il lavoro subordinato o parasubordinato.

In Italia, "sono migliaia gli avvocati monocommittenti, cosidetti 'sans papier', che esercitano la loro professione in un limbo - denuncia la Consulta - da un lato sono di fatto dipendenti degli studi professionali e il loro rapporto di lavoro ha le caratteristiche, ma non gli stessi diritti, di quello subordinato; dall'altro non hanno la possibilità di beneficiare realmente dei vantaggi e delle libertà connesse alla condizione di libero professionista'.

Da qui la proposta di legge che avrebbe anche la forza di razionalizzare "le modalità organizzative della professione forense, ponendo fine alla costrizione, che grava su chiunque voglia svolgere la professione, di dover aprire una microimpresa spesso costosa e inefficiente'.

La petizione (raggiungibile sul sito della Cgil) sarà accompagnata da molte iniziative in tutta Italia, nel corso delle quali sarà possibile firmare oltre che informarsi sulla pdl. Il primo appuntamento, intanto, è già fissato per il 3 marzo a Roma, davanti alla sede della Corte d'Appello.


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