Per il GdP di Agropoli trasportare con urgenza una donna incinta in ospedale rappresenta un'estrinsecazione dell'esimente dello stato di necessità

di Valeria Zeppilli - La corsa in auto verso l'ospedale per dolori durante la gravidanza può avvenire a scapito del rispetto dei limiti di velocità.

Tale principio, già espresso in diverse pronunce, è stato recentemente ribadito dal Giudice di pace di Agropoli nella sentenza numero 725/2016.

Con tale pronuncia, infatti, è stata accolta l'opposizione presentata da un cittadino avverso un verbale con il quale gli era stato contestato l'eccesso di velocità su strada, rilevato tramite autovelox.

L'uomo, infatti, stava correndo verso una clinica allarmato dal fatto che la moglie, incinta, fosse afflitta da dolori forti al ventre.

Alla base della decisione vi è quanto previsto dall'articolo 4 della legge numero 689/1981 il quale stabilisce che non risponde delle violazioni amministrative chi ha commesso il fatto nell'adempimento di un dovere o nell'esercizio di una facoltà legittima ovvero in stato di necessità o di legittima difesa.

In una situazione come quella che ha spinto l'uomo a premere un po' troppo forte sull'acceleratore può infatti pacificamente ravvisarsi un'ipotesi di stato di necessità, che nel caso di specie ha oltretutto trovato conferma nella nascita del bambino che la coppia stava aspettando. Per il giudice di pace, in ogni caso, la situazione sarebbe stata la stessa anche in caso di falso allarme, pur se sul presupposto imprescindibile che la donna stesse effettivamente male e avesse dei sintomi preoccupanti alla luce della sua condizione.

Le spese di giudizio, però, sono compensate: come avrebbe potuto il Comune sapere che a bordo dell'auto sanzionata era trasportata una donna incita?

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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