Approvati nel Cdm di oggi i due decreti attuativi della direttiva europea e il dl "salva regioni". Slitta la depenalizzazione dei reati

di Marina Crisafi - Dal 1° gennaio prossimo le banche in crisi troveranno la propria ancora di salvezza nei "portafogli" degli azionisti, degli obbligazionisti e dei correntisti.

Il c.d. bail-in infatti, ossia la procedura interna di risanamento dei default bancari, ha assunto la sua forma definitiva con l'approvazione di poche ore fa da parte del Governo dei due decreti legislativi attuativi della direttiva europea n. 2014/59/UE recepita all'inizio dell'estate dal nostro Paese (leggi: "Approvato il prelievo forzoso: dal 2016 le banche si risaneranno con i soldi degli italiani").

Non sarà più lo Stato, dunque, a farsi carico delle perdite degli istituti creditizi, ma le banche potranno attingere direttamente dalle risorse interne, ricorrendo in primis agli azionisti e agli obbligazionisti, e in ultimo ai clienti, facendo leva però soltanto su quelli più facoltosi: ossia coloro che hanno giacenze superiori a 100mila euro (e solo per la parte eccedente).

A trovare posto nel Cdm di oggi, oltre alla dichiarazione dello stato di emergenza della città di Messina, anche il decreto c.d. "salva Regioni", con la concessione agli enti di ripianare i debiti pregressi nei prossimi 30 anni.

Slittato, invece, il pacchetto di depenalizzazione di alcuni reati, tra cui quello sull'immigrazione clandestina, atteso per oggi sul tavolo del Consiglio dei Ministri.


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