Se il cane aggredisce un bagnante alle spalle, per il proprietario scatta il reato di lesioni colpose. Lo ha affermato la quarta sezione penale della Corte di Cassazione, nella sentenza n. 22229 del 29 maggio 2014, rigettando il ricorso del padrone di un pitbull, tenuto senza museruola, che aveva aggredito un uomo mentre faceva il bagno causandogli gravi lesioni personali. 

La S.C. confermava i fatti di causa ricostruiti dal giudice di merito, il quale aveva fondato il proprio giudizio sulla narrazione delle persone offese (che avevano testimoniato in modo convergente l'arrivo, nel lido della località balneare dove gli stessi stazionavano, di una coppia con un cane di razza pitbull senza museruola, il quale, lanciandosi a nuoto dietro una delle parti offese l'aggrediva alle spalle, provocandogli gravi danni fisici), e accertata l'identità del proprietario del cane, attraverso ricognizione formale con esito positivo (per il tramite del numero di targa dell'autovettura a bordo della quale il giovane si era allontanato, dato che lo stesso si era rifiutato di fornire le proprie generalità) e riconoscimento da parte del teste

Ritenendo decisive le "dichiarazioni accusatorie della parte lesa nei confronti dell'imputato, rilevanti in termini di testimonianza e dotate di adeguata attendibilità", gli ermellini hanno, pertanto, rigettato il ricorso del padrone del pitbull confermando il profilo di colpa attribuito all'imputato consistente "nella mancata adeguata custodia dell'animale, custodia che gli competeva in qualità di proprietario".

 


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