POSTA e RISPOSTA n°140 ospita un contributo della Dott.ssa Sara DAGNA che ha scritto alle h.12:33 del 10 ott '11; le lascio la parola con la premessa che ho corretto in Val Maira perché penso che a quella si riferiva la nostra affezionata lettrice piemontese di Montegrosso d'Asti, ove è titolare di un legal store: "Quando lessi due anni fa che nell'Alta Val Maira avevano riscontrato tracce di lupi, in un attimo mi ritrovai bambina ed ai giorni in cui mi chiudevo in camera a leggere London. E quando nelle estati successive sono tornata a masticare i sentieri di quelle montagne nutrivo segretamente il desiderio di avvistarne qualcuno. Non tutti abbiamo la possibilità di essere protagonisti di "Mai gridare al lupo", ma tutti, almeno una volta nella vita, siamo in grado di sentirci dentro. Momenti in cui si ha solo voglia di staccare, di vivere ad un altra velocità, di rendersi irreperibili al mondo, di essere liberi. Sono attimi in cui si entra in contatto con la propria parte animale, la parte più naturale di se stessi. Sono attimi in cui l'uomo scopre di essere molto simile al lupo. Entrambi, infatti, sono fortemente individualisti, in grado di rendersi autonomi ed indipendenti dagli altri, ma nello stesso tempo hanno la necessità di relazionarsi, di confrontarsi con i propri simili, di far parte di un 'branco', dove si definiscono e dove ognuno sa che deve rispettare il suo ruolo. Entrambi sentono il bisogno di scegliere un "capo" per le sue doti di forza, fierezza, di capacità di guida, di coesione del gruppo e di lealtà verso i suoi componenti. Entrambi posseggono un forte senso della famiglia.
Così, quando il pericolo di estinzione di questo animale si è presentato in tutta la sua gravità e prepotenza, l'uomo ha sentito che avrebbe perso una parte incolmabile di se stesso se non avesse trovato il modo di reintrodurlo. Oggi, si è giunti al problema inverso ... e allora ... avanti con la caccia al lupo. La soluzione, come sempre, sta nel sapere gestire le due istanze opposte, di salvaguardia e di repressione, in modo equilibrato, saper dirigere i due impulsi in maniera costruttiva, in modo che possano convivere. Creare oasi e passaggi naturali in cui c'è il lupo, educare al trekking rispettoso, adibire pascoli protetti per le mandrie con recinzioni elettrificate e l'utilizzo maggiore dei cani da pastore. Forse il mio modo di vedere è utopistico, forse ci sarà sempre questa eterna lotta. Forse è perchè siamo tutti un po' lupi in fondo, ma non lo vogliamo accettare o forse, ce ne siamo dimenticati ma vorremmo esserlo in certi momenti perchè ne invidiamo alcune caratteristiche. Da qui nasce, secondo me, la forte repulsione-attrazione nei confronti di questo animale. Ne abbiamo paura e non vorremmo che ci fosse, ma nello stesso tempo non ne potremmo mai fare a meno. E' "l'animale"di Battiato, che "si prende tutto, anche il caffè", che lo rende schiavo delle sue passioni, ma che anche "non s'arrende mai e non s'attendere". Eccola, la difficile ma inevitabile convivenza di ragione ed istinto all'interno dell'animo umano. La soluzione, come sempre, sta nel giusto mezzo. Nell'accettare pienamente la propria parte spontanea, più naturale e dirigere la sua energia a sostegno di quella razionale. "I segni di fuoco" non vanno spenti con l'acqua. "Se vuoi farli bruciare, tu lasciali nell'aria oppure sulla terra". (cit. Battiato, "l'animale") Solo così l'uomo potrà avere il controllo razionale del suo istinto, solo accettandolo come parte di se stesso. Perchè non ci può essere l'uno senza l'altro. Solo così l'uomo potrà gestire la questione lupo, solo riconoscendo che possano ancora far parte del nostro ecosistema. Sarà perchè per me il lupo non è mai stato quello di Cappuccetto Rosso, ma quello del Richiamo della Foresta, sarà perchè nel mio Chipayuk di vita, mi piace ascoltare il lupo dentro di me, sarà perchè da quando ho salvato il mio cane Artù (mezzo pastore tedesco e mezzo rottweiler) dal tetano, non potrò mai dimenticare lo sguardo di fiducia incrollabile ed incondizionata che esprimevano i suoi occhi nei miei confronti, nei confronti dell'uomo e che per nulla al mondo avrei potuto tradire. Ancora oggi cammina al mio fianco sui tracks della Val Maira. Che dite, vale la pena almeno di provarci ... ? Il lupo è parte di noi tutti. Sara Dagna". - Grazie, cara Sara, per le Tue belle espressioni che arricchiscono il nostro dibattito sulla orribile caccia al lupo. E salutami caramente il redivivo cane Artù! Alle h.19:10 di domenica 9 ott '11 mi scrive l'Avv. ROBERTO BETTI di Roma: "Mi spiace, carissimo Paolo, ma la 'Natura' (intrisa di predazione) non prevede la difesa da parte dell'uomo del solo predatore; e sopra tutto l'Umanità (idest: essere uomini) non si concilia con espressioni del tipo usato nel post ('qualche pecora o capra') per indicare le vittime del lupo predatore, vagamente svilenti per le stesse. Prego te e tutti di non accusarmi di puntigliosità (che magari un po' c'è...) e di informare TORGIUPPE della mia totale adesione al suo post; adesione che - LO GIURO - viene da un vero, autentico amico degli animali, uno che, da praticante l'equitazione, è passato dalla parte del cavallo (torturato da morso, speroni e frustino) e che ogni giorno deride gli 'anti-caccia' perchè non sono anche 'anti pesca' ..." - Mi spiace deluderTi, caro Roberto, ma, tanto per riferirmi ad uno che so come la pensa, io, ad esempio, sono ANTI CACCIA ed ANTI PESCA. Ed ora come la mettiamo? LUCIO PARODI alle h.14:27 del 10 ott '11 tiene a sottolineare in modo critico a proposito della nostra battaglia contro quella che appare come un'autentica caccia al lupo: "Confermo che le posizioni portate all'estremo e le verità di comodo alla fine non pagano." Gradite, è ovvio in democrazia, le voci dissenzienti alla linea del quotidiano online che state consultando: un territorio seppur virtuale, ma LIBERO perché non abbiamo padroni.
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