ESODATI: come potrebbe una rubrica che si intitola "Diritti e Parole" non interessarsi al problema che forse 350.000 persone stanno vivendo sulla loro carne viva? Una secchiata gelida in faccia. Soltanto le Poste hanno prodotto circa cinquemila esodati (basta, correttore automatico, a scrivere 'esofagi'!!!) grazie ad incentivi economici o scambi virtuosi: esce il genitore, entra il figlio, quasi sempre part time. A tacer di un sarcasmo icastico inappropriato ad un frangente di gravità estrema, il Governo Monti-Fornero, tecnicamente, brancola nel buio. Una soluzione? Neppure abbozzata. Scaduto il termine autoimpostosi di sette giorni, il trio Inps, Ministero del Welfare e Ragioneria dello Stato non è ancora in grado neppure di indicare il numero di coloro che sono rimasti avviluppati (mi auguro non stritolati) da tale perverso meccanismo. Sono i lavoratori che negli anni passati hanno sottoscritto accordi di mobilità o uscite incentivate che ora rischiano di ritrovarsi: SENZA pensione, SENZA sussidi o ammortizzatori sociali, SENZA possibilità di rientro al lavoro! Sono forse di troppo nell'attuale società? Meglio calare un pietoso velo sulla valutazione da dare al Governo
sedicente tecnico ed al Ministro competente Elsa FORNERO e dedicarsi a ricercare al più presto una soluzione a questo stato di cose paradossale in cui uno Stato democratico (o da noi la democrazia è stata sospesa?) viene meno ai patti stabiliti con gente che ha trascorso in media una trentina d'anni al lavoro. Per dirla con le espressioni utilizzate per il tema della riforma dell'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori (la Legge n. 300 del 1970) dall'ex Magistrato ddi Torino Dott. Bruno TINTI nell'edizione cartacea de "Il Fatto Quotidiano" in edicola l'11 aprile 2012: "Non avrei mai pensato di rivolgere al presidente Monti e al ministro Fornero la stessa domanda (retorica) tante volte fatta a Berlusconi: ma ci siete o ci fate?". Negli ultimi quindici giorni il rischio Italia è salito di 130 punti di spread e nel quarto trimestre del 2011 il reddito degli italiani si è contratto
dello 0,7% rispetto al trimestre precedente. Nell'ultimo mese il costo del debito pubblico ha ricominciato a salire: dal 4,8 al 5,6 per i Btp a dieci anni. Otto contratti di lavoro su dieci sono instabili. Dalla purificazione del mondo politico, da tutti invocata dopo il caso di Luigi Lusi della ex Margherita (scomparsi tredici milioni di euro) e la deflagrazione dello scandalo-Lega Nord, potrebbe sortire una soluzione meravigliosa e virtuosa il cui ammontare potrebbe essere destinato in prima battuta ai lavoratori esodati: aboliamo, con effetto retroattivo, il cosiddetto rimborso per spese elettorali visto e considerato che con un referendum
abrogativo avevamo imposto al nostro smemorato legislatore di sopprimere il finanziamento pubblico ai partiti. Pur di eleggere qualche volto pulito molti italiani saranno pronti a metter mano al portafogli e dichiarare, in assoluta trasparenza, di avere finanziato la campagna elettorale di un candidato fresco e simpatico. Almeno, in caso di delusione, ci saremo fregati con le nostre mani.
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