
Innanzitutto ai nostri preme attuare le riforme varate con il decreto "number one", il primo offertoci dai tecnici neo-eletti, il cosiddetto Salva Italia e il decreto Sviluppo, messo a punto allo scoccar di Ferragosto (così da liberare tutti per un meritato riposo). Tra uno e l'altro si contano circa 350 (!) decreti attuativi, cioè da mettere in atto; un numero che spaventa non poco. I più a cuore paiono essere quelli che riguardano la messa a punto della futuribile agenda elettronica governativa, un sistema di informatizzazione globale che dovrebbe avere il pregio di: ridurre tempi della burocrazia, ottimizzare le risorse, ridurre gli spazi fisici usati per l'archiviazione di quintali di scartoffie in giro per l'Italia.
Altro capitolo importante per il Consiglio dei Ministri è l'attuazione dell'estensione dell'Iva per cassa per tutte le imprese con fatturato fino a 2 milioni. Così come l'emissione di un regolamento per l'autorizzazione unica ambientale per le Pmi. Sempre in questo pacchetto rientra anche la revisione dell'Isee e di relativi benefici a cui poter accedere.
C'è poi tutta una serie di leggi e riforme in fase "lavori in corso", anche se alcune sembrano la Mi-To, cioè un cantiere senza fine all'orizzonte. Certamente al top della lista ce ne sono due, spinose in maniera assai maggiore di quanto preventivato dai nostri super-tecnici: riforma anti-corruzione e riforma del sistema elettorale. Nella la prima la Severino ripone parecchie speranze e mostra parecchia positività su una imminente definizione, mentre per tutti i suoi oppositori pare essere ancora allo stadio pre-embrionale. La seconda è al centro di lunghe discussioni farraginose tra gli schieramenti politici. Quasi tutti d'accordo sul voler abolire il sistema elettorale ribattezzato Porcellum, tanto fu ben disegnato, peccato però che non si trovi ancora un' alternativa che faccia felice tutti. Almeno sino al momento della dichiarazione choc dell'ex-premier che gongolante ha dichiarato: no Porcellum= si elezioni anticipate a novembre. Che poi nutriamo forti dubbi che lo stesso Berlusconi voglia fare le cose tanto in fretta, visti i tempi che stanno necessitando ai suoi copywriter per trovare un benedetto, e soprattutto azzeccato, nome al nuovo partito. Voci di corridoio parlano di Italia. Megalomane come sempre.
Ma i work in progress non si fermano qui. Possiamo citare anche la riforma sul Catasto, sull'introduzione di una nuova tassazione alle imprese, l'Iri (imposta unica sul reddito d'impresa) e quella sull'abuso del diritto.
To be continued...» Governo da mille e un decreto - seconda parte
