
Si tratta di una delle norme più contestate dai vari partiti politici: secondo il decreto i produttori dovrebbero essere costretti a fornire un contributo aggiuntivo per tre anni nella misura di 7,16 euro ogni 100 litri venduti sul mercato per le bibite analcoliche, e di 50 euro ogni 100 litri venduti sul mercato per i superalcolici. Il ricavato della tassa sarebbe destinato al "finanziamento dell'adeguamento dei livelli essenziali di assistenza".
Renato Balduzzi ha dichiarato che "si tratterebbe al massimo di un aumento di tre centesimi a bottiglietta" e che "il valore importante è far riflettere su necessità di abitudini alimentari migliori specialmente per i più giovani" con un gettito complessivo "sui 250 milioni l' anno".
Oltre a diverse fazioni politiche, anche i produttori di bevande si sono scagliati contro il possibile avallo della suddetta norma. Diviso invece il mondo scientifico: per diversi studiosi aumentando notevolmente il prezzo dei cosiddetti "cibi-spazzatura" e riducendone la pubblicizzazione, diminuirebbero anche le morti premature e i nuovi casi di diabete e malattie cardiovascolari, mentre per i nutrizionisti le bevande zuccherate, se assunte con moderazione e associate con attività fisica e alimentazione equilibrata, non creerebbero alcun danno.
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