Per l'Associazione occorre prolungare di tre anni i tempi dell'agevolazione fiscale. E nell'Esecutivo è scontro

Anammi: «Impossibile organizzare le assemblee condominiali»

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Il Superbonus 110% va prorogato fino al 2024. A chiederlo è l'Anammi, l'Associazione Nazional-europea AMMinistratori d'Immobili, che rappresenta oltre 13mila amministratori di condominio. Da qui la richiesta di proroga al Governo, corredata dalla denuncia delle numerose difficoltà pratiche nella definizione e realizzazione degli interventi di ristrutturazione energetica e anti-sismica, detraibili entro il 31 dicembre 2021. «Poca sicurezza in presenza, tante difficoltà tecniche online: organizzare le assemblee condominiali per definire gli interventi legati al Superbonus è praticamente impossibile» spiega Anammi.

Il controsenso: l'assemblea di condominio nelle zone rosse

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«Ci si chiede di stare in casa per evitare assembramenti, ma poi ci si può riunire in condominio». Questo è il controsenso come chiarisce Giuseppe Bica, presidente dell'Associazione, che sottolinea come l'emergenza dell'epidemia da covid 19 ha cambiato le cose: «organizzare assemblee condominiali, che devono decidere sui lavori, è praticamente impossibile, nonostante una serie di norme permetta le riunioni online". L'ultima in ordine di tempo è una delle Faq del Governo

, che ammette l'assemblea dei condòmini in presenza persino nelle zone rosse: un'anomalia inspiegabile». Oltretutto, come puntualizza il presidente Bica: «L'assemblea di condominio non è un incontro qualsiasi. Occorre avere il tempo ed i modi giusti per discutere, visionare preventivi e progetti, chiedere chiarimenti. Tanto è vero che, anche in tempi normali, non basta una sola assemblea per determinare le scelte del condominio». Quindi un lato la difficoltà di doversi incontrare più volte, alla quale si aggiunge «la modalità il vero problema. Per ragioni di sicurezza, appare impossibile l'assemblea classica, mentre quella da remoto presenta troppe difficoltà tecniche». Da qui le richieste all'Esecutivo: la proroga
al 2024 appare l'unica soluzione. «In questo modo, potremo coniugare gli interessi dei condòmini, che già prima del lockdown avevano espresso forte interesse per la maxi-detrazione alle imprese, che potranno operare in serenità, usufruendo così delle opportunità offerte dalla legge 77 del 2020, che ha introdotto il Superbonus. La conferma di questa tempistica rafforzerà la ripartenza dell'edilizia e dell'economia, duramente colpite dalle chiusure e dalle restrizioni legate al Coronavirus».

Superbonus è scontro nell'Esecutivo

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Da una parte fioccano le richieste ma, dall'altra, nel disegno di legge di bilancio 2021 non c'è traccia del Superbonus del 110%. Secondo il Mef: il credito di imposta è già attivo fino al 31 dicembre 2021 e la proroga sarà finanziata con il Recovery Plan, come ha ribadito il ministro Roberto Gualtieri. Per il Mise servirebbero 30 miliardi del Recovery per prorogare la misura per un altro triennio, come lo stesso Mise ha indicato nelle sue proposte. Alla base però dell'esclusione c'è un vero scontro all'interno del governo stesso. Da una parte ci sono il Mise, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, padre dell'incentivo, e il Pd che avrebbero voluto dare continuità al bonus con una proroga fino alla fine 2022, per poi agganciare i fondi del Recovery senza rischi di vuoti. E invece poi c'è il il Mef che ha ritenuto bisognasse attendere i fondi Ue o almeno capire - prima di varare una proroga finanziata con risorse nazionali - se le anticipazioni dei fondi di Next Generation Eu arriveranno in tempo utile.


Foto: 123rf.com
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