In un documento le istruzioni per arginare il virus qualora la situazione contagi peggiori nei prossimi mesi. Le indicazioni potrebbero essere già recepite nel prossimo Dpcm al vaglio del Governo

Covid 19: riunione urgente Comitato Tecnico Scientifico

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È stata fissata l'11 ottobre, la riunione urgente del Comitato tecnico scientifico (Cts) con la partecipazione del ministro della Salute, Roberto Speranza. L'incontro, che servirà per valutare i prossimi sviluppi per quanto riguarda le misure per contenere la diffusione del Coronavirus, si è reso indispensabile a seguito dell'ondata di nuovi contagi che ha travolto molte Regioni italiane.

In realtà, come afferma "Il Messaggero", il Cts avrebbe già elaborato un documento contenente le indicazioni per arginare il virus, con le misure da adottare per interfacciarsi adeguatamente ai diversi possibili scenari di diffusione. In quello più grave spunterebbe anche la tanto temuta ipotesi lockdown, che però il Governo ha sempre respinto.

Inoltre, è plausibile che decisioni prese nelle riunione odierna avranno ripercussioni sul nuovo Dpcm in arrivo, a cui il Governo sarebbe già al lavoro. Quelle del CTS, va rammentato, rappresentano mere indicazioni di massima in quanto rimane appannaggio della politica prendere le decisioni ritenute adeguate per affrontare la situazione.

Primo scenario

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Il primo scenario ipotizzato dal Cts è quello di un'allerta "gialla" che, sostanzialmente, corrisponde alla situazione che stiamo vivendo attualmente. In pratica, nonostante una sostenuta diffusione del virus nel paese, con un indice RT di trasmissibilità tra 1 e 1,25, il sistema sanitario appare ancora in grado di gestire la situazione nel breve-medio periodo, senza troppe difficoltà.


In un simile scenario l'obiettivo primario è rappresentato del contenimento dei focolai epidemici. Tra le misure suggerite dal CTS in questa fase emergono il rafforzamento del distanziamento sociale, l'incentivare lo smart working e, se necessario, l'istituzione di zone rosse "locali" e circoscritte per limitare l'aumento dei contagi.


Ancora, consigliata l'eventuale interruzione di attività sociali, culturali e sportive maggiormente a rischio, come discoteche e palestre, anche su base oraria, nonché la chiusura anticipata per bar e ristoranti. Per quanto riguarda gli spostamenti potrebbero essere limitate "in aree geografiche sub-regionali", come province e comuni, in zone considerate più a rischio.


In ambito scuola, invece, il Cts suggerisce di tenere lezioni scaglionate, con rotazione "mattina-pomeriggio" delle lezioni, ritornare alla didattica a distanza negli istituti superiori ed eventualmente la chiusura temporanea di scuole e università in relazione al numero di casi sospetti. Sospesi "alcuni insegnamenti che presentano condizioni di rischio elevato" come l'educazione fisica.

Secondo scenario

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Qualora tali misure non dovessero apparire sufficienti e la situazione dovesse peggiorare, l'allerta diventerebbe "arancione", ed è quanto potrebbe accadere in Regioni come Lombardia, Campania e Basilicata in cui si sta registrando una preoccupante impennata di contagi.


Si tratta di uno scenario con trasmissibilità sostenuta e diffusa, con indice Rt tra 1.25 e 1,5, al punto da mettere a rischio la tenuta del sistema sanitario nel medio periodo. L'obiettivo diventa dunque quello di mitigare la diffusione del virus.


Pertanto, il Cts raccomanda "interventi straordinari estesi, con lockdown temporanei (2-3 settimane) in Comuni e Province". Oltre al mantenimento del distanziamento sociale e all'interruzione delle attività a maggior rischio di assembramento, si potrebbe arrivare alla "chiusura" delle Regioni, con possibilità di spostamento "ristretta" anche all'interno delle stesse e non solo da una Regione all'altra, con possibile interruzione di alcune attività produttive. Misure analoghe alle precedenti, in parte più rigorose, per quanto riguarda l'ambito scolastico.

Terzo scenario: allerta rossa

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Il Comitato ha previsto, inoltre, anche la possibilità che si possa arrivare a un ulteriore peggioramento. Da qui l'elaborazione del terzo scenario "rosso", quello di massima allerta, che il Governo confida di non dover affrontare.


Si tratta dell'eventualità di una diffusione incontrollata del virus, con indice Rt oltre 1,5 e un grave affaticamento del sistema sanitario la cui tenuta è a rischio nel breve periodo a causa di ospedali saturi e terapie intensive prossime al collasso.


In questa fase, l'obiettivo è quello di mitigare la diffusione del virus "ponendo fine alla trasmissione comunitaria diffusa" e le misure per attuarlo sono, in primis, quelle che introducono restrizioni alla circolazione tra Regioni e/o Province, con un ritorno al lockdown generalizzato, come avvenuto a inizio anno. Istituti scolastici e università tornerebbero chiuse, con didattica a distanza ove possibile.

Coronavirus: in arrivo un nuovo Dpcm

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L'incontro con il CTS si innesta nel lavoro messo in atto dal Governo e che condurrà presto all'elaborazione di un nuovo Dpcm. Le indicazioni del Comitato, infatti, potrebbero incidere sul contenuto del nuovo provvedimento che dovrebbe essere approvato entro il prossimo 15 ottobre.

Il documento, alla luce dei dati degli ultimi giorni, avrà come scopo quello di individuare nuove azioni, misure e iniziative più rigorose di quelle attuali da intraprendere per frenare la crescita dei contagi nel Paese.

"Bisogna avere la forza di prendere in carico questa fase nuova immediatamente - ha dichiarato il Ministro Speranza - abbiamo un piccolo vantaggio rispetto ad altri Paesi ma non ci si devono fare illusioni e se siamo veloci a capire che c'è un cambio di fase possiamo evitare misure più drastiche".

A seguito della riunione dei capi delegazione sono emerse nuove ipotesi per quanto riguarda le misure contenute nel nuovo decreto. Sotto la lente dell'esecutivo la "movida" e la convivialità, poiché molti dei nuovi contagi sarebbero avvenuti proprio tra parenti ed amici.

A detta di fonti di Governo potrebbe dunque essere introdotto il divieto di feste private, comprese quelle in casa, e un limite di massimo 30 persone ai tavoli nei locali e nelle sale per cerimonie. Ancora, per frenare la movida, arriva lo stop, a partire dalle 21, alla possibilità di consumare in piedi cibo e bevande nei locali a cui si accompagna la previsione della chiusura di bar e ristoranti alle ore 24.


Foto: 123rf.com
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