Intervenendo al convengo organizzato dall'Unione Camere Penali a Torino, Cosimo Maria Ferri, componente del Consiglio superiore della Magistratura, ha dichiarato che 'non sono certamente i magistrati ad avere paura di una riforma del processo penale [...] la magistratura auspica ed attende da anni una seria riforma organica del processo penale e crede quanto l'avvocatura in un processo che sia al contempo rapido, equo e di qualita'". Secondo Ferri "occorre incrementare il novero degli istituti deflattivi che possano consentire al pubblico ministero, in presenza di fattispecie prive di reale offensivita', di essere esentato dall'esercizio dell'azione penale. Il modello potrebbe essere costituito dall'estensione anche al processo ordinario di istituti come la condotta riparatoria dell'autore del reato, o la lieve entita' del fatto, istituti oggi limitati ai reati di competenza del giudice di pace. Si puo' pensare inoltre ad allargare l'area dei reati procedibili a querela
, nonche' prevedere forme di archiviazione condizionata per fatti di scarso significato criminale'. Ferri sostiene che in primo luogo "si rende necessario rimodellare la disciplina della prescrizione del reato che deve avere il punto finale con la pronuncia della sentenza di primo grado evitando cosi' appelli dilatori e restituendo razionalita' ad un sistema che rischia di vanificare il lavoro di molti operatori del settore. E' assurdo che con l'attuale disciplina per diversi reati di notevole impatto sociale, ad esempio il reato di corruzione, occorrano ben sette anni mezzo per svolgere le indagini preliminari, l'udienza preliminare ed i tre gradi di giudizio'.

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