Il Tribunale di Pescara (Sent. n.176/2006), definitivamente pronunciando su una domanda di risarcimento danni proposta da una paziente nei confronti di un sanitario e di un Ente Ospedaliero, ha accolto la domanda e, per l'effetto, condannato i convenuti in solido al risarcimento in favore dell'attrice dei danni patiti a causa di un intervento chirurgico per "ernia discale" cui la stessa era stata sottoposta. Tra i motivi della decisione si legge che, non essendo stato contestato il fatto del ricovero e dell'intervento eseguito a Pescara presso un nosocomio e ad opera del medico citato in giudizio, "il vero problema si accentra sull'indagine volta ad accertare se nel corso di quella operazione medica vi sia stata o meno colpa professionale". Proprio in relazione a ciò, il Tribunale ha ritenuto che "appare determinante l'esame della documentazione prodotta e in special modo la relazione della C.T.U.
, relazione - continua sempre il Tribunale - contestata a vario titolo, ma che è invece del tutto convincente, redatta secondo le buone regole della materia, ben motivata ed argomentata, con supporti tecnici che non lasciano adito ad alcun dubbio". Il perito d'ufficio, nel caso di specie, ha dato prova del fatto che vi era stata una colpa professionale "nel momento in cui è provato - e qui i rilievi desumibili dagli interventi chirurgici successivi appaiono determinanti - che non vi fu un'accurata e seria pulizia della zona interessata, essendo mancata la totale asportazione dei frammenti discoidi di cui trattasi". Di qui la responsabilità solidale dei convenuti. (Si ringrazia l'Avv. De Rosa per avere segnalato la Sentenza del Tribunale di Pescara).

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