La Commissione Istruzione al Senato ha approvato in sede redigente il ddl che punta ad abrogare la chiamata diretta dei docenti e gli ambiti territoriali

di Lucia Izzo - Lo scorso 4 luglio la Commissione Istruzione al Senato ha approvato in sede redigente il ddl n. 763 (qui sotto allegato) a firma di Bianca Laura Granato (M5S) recante "Modifiche alla legge 13 luglio 2015, n. 107, in materia di ambiti territoriali e chiamata diretta dei docenti", con assorbimento di altri ddl di analogo tenore.


Il testo, presentato ad agosto dello scorso anno, era rimasto bloccato da fine gennaio, finché non è ripreso l'esame da parte della Commissione a partire da giugno, sino all'approvazione che segna un importante passo nell'iter legislativo ancora in corso.


Il resoconto delle modifiche apportate dalla commissione al Senato


L'eliminazione della chiamata diretta da parte del dirigente scolastico, si rammenta, è uno dei punti inseriti nel Contratto di Governo, ritenuto uno dei "fallimenti della c.d. Buona Scuola" e uno "strumento tanto inutile quanto dannoso" da superare.

Addio chiamata diretta docenti: esulta il M5S

Soddisfazione da parte dei senatori e delle senatrici M5S: "Oggi in commissione istruzione e beni culturali del Senato abbiamo approvato l'abolizione della chiamata diretta dei docenti e gli ambiti territoriali. Manteniamo una promessa importante fatta ai docenti di tutto il Paese, eliminando due degli aspetti più odiosi e dannosi della cosiddetta Buona Scuola renziana".


"Ristabilire criteri trasparenti e imparziali per il reclutamento dei docenti", soggiungono, "è un atto giusto nei loro confronti ma anche il primo e necessario passo per garantire una didattica di qualità ai nostri studenti. Infine cancellare la titolarità su ambito territoriale sostituendola per tutti i docenti con quella su scuola significa dare certezza della sede di lavoro, senza rischiare di cambiare scuola ogni tre anni mettendo a rischio la continuità didattica".


La senatrice Granato, sottolineando il NO da parte del solo Partito Democratico (mentre FI e LEU si sono astenuti), soggiunge: "Riscriveremo la scuola che questo Paese merita, consultando chi la vive quotidianamente, come abbiamo iniziato a fare a partire dalle consultazioni sul nuovo esame di stato. Dopo le consultazioni farlocche di Renzi, che ha lasciato realmente a TReElle il compito di riformare la scuola, abbiamo tanto da recuperare e da capovolgere".


Anche il segretario Generale di UIL Scuola, Pino Turi, commenta "Bene l'eliminazione, anche dall'ordinamento giuridico

, della chiamata diretta dei docenti e degli ambiti territoriali. Si tratta del completamento, già avviato in sede di contrattazione sindacale, di un modello di scuola che non abbiamo mai condiviso e che oggi esce anche dall'ordinamento giuridico".

Docenti: stop chiamata diretta

Il disegno di legge punta a eliminare dall'ordinamento giuridico vigente l'istituto della chiamata diretta, introdotto con la legge 13 luglio 2015, n. 107, cosiddetta "Buona scuola", "abrogando quelle parti della riforma del 2015 che hanno permesso un accentramento di potere eccessivo in favore dei dirigenti scolastici", si legge nella Relazione introduttiva.

La chiamata diretta, in pratica, avrebbe consentito ai dirigenti scolastici di selezionare i docenti più in linea con l'offerta formativa dei propri istituti scolastici. La chiamata per competenze sarebbe dovuta essere la maggiore innovazione della Buona Scuola, ma di fatto è rimasta quasi del tutto inattuata, sia da parte dei dirigenti sia a causa di stringenti vincoli e procedure.

Il provvedimento del M5S, andando a modificare l'art. 1 della legge n. 107/2015, prevede che dal prossimo anno i ruoli dei docenti siano regionali, con la definitiva scomparsa degli ambiti territoriali e il ritorno della titolarità sulla istituzione scolastica. In sostanza, si torna alla situazione ante-legge 107. Un emendamento approvato in extremis ha reso ancor più esplicita la portata del disegno di legge.

Scarica pdf d.d.l. n. 763 Abolizione chiamata diretta docenti

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