Un'inchiesta dell'Espresso mostra i numeri della preparazione e del grado di istruzione dei parlamentari, 68% dei laureati contro il 91% del 1948

di Gabriella Lax - Il ceto politico attuale è il più ignorante della storia dell'Italia. A raccontarlo, con un pizzico d'ironia, è un'inchiesta dell'Espresso a firma Raffaele Simone che oltre a riproporre gaffe dei politici mette sul piatto i numeri di questo Parlamento con il 68% di laureati (e si badi bene si tratta di lauree specialistiche, formato tre più due, per intenderci), numeri lontani dal quel 91% che aveva animato gli scranni nel 1948.

Il ceto politico più ignorante della storia italiana

Un problema da ricondurre, secondo l'inchiesta, anche alla riforma universitaria del 2000 che ha cambiato le carte in tavola un pò per tutti: con una diminuzione dei laureati non solo nel ceto politico ma nell'Italia intera.

L'età media del laureato italiano, come riporta l'Espresso, è superiore ai 27 anni e la laurea triennale non serve a nulla. I giovani che concludono il ciclo di 5 anni (dunque tre più due) sono meno del totale di quelli che vent'anni fa si laureavano coi vecchi ordinamenti (durata degli studi 4, 5 o 6 anni). In media per prendere la laurea triennale ci vogliono 4, 9 anni, per quella quinquennale più di 7,4. Fallisce in toto l'obiettivo della riforma del 2000 di aumentare il tasso di laureati.

Secondo queste premesse dunque, qualunque cosa pensi il ministro (non laureato) Valeria Fedeli (ndr la colpa dei pochi laureati sarebbero le famiglie a basso reddito che non trovano più buoni motivi per spingere i figli a laurearsi), i politici ignoranti non sono altro che il frutto di un Paese in cui ci sono concittadini ignoranti.

Considerando l'età media dei politici, 45,8 anni, anche la scuola ha avuto la sua cattiva influenza poiché o si tratta di figli post anni Ottanta, forgiati da un uso crescente della tecnologia, oppure di modelli allevati (scolasticamente parlando) da insegnanti nati attorno al 1950, formati nella scuola post-1968. Quindi scarsità di studi nel primo caso e provenienza da una scuola deteriorata nel secondo: un mix micidiale, insomma.

La domanda è cosa riserveranno le nuove elezioni ormai alle porte? I dati sull'"ignoranza" saranno riconfermati al potere o no? Fare peggio, in ogni caso, stando ai numeri, sarebbe difficile.


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