Il 50% delle grandi aziende ha già iniziato a sperimentare questa nuova modalità di approccio al lavoro

Entro il 2020 tutti tutti gli impiegati della Barilla potranno lavorare da casa. Il progetto è in linea con quello che è stato ribattezzato con il nome di "smart working" o "lavoro agile" e che si appresta a mandare in soffitta l'oramai desueto telelavoro.

La cosa sorprendente è che il 50% delle grandi aziende ha già iniziato a sperimentare con successo questa nuova modalità di approccio al lavoro.

Secondo quanto emerge dal testo del DDL sul "lavoro Agile" l'azienda e il lavoratore possono stipulare un accordo scritto con cui si disciplinano le modalità di esecuzione del lavoro fuori dai locali aziendali.

Se il contratto è a tempo indeterminato il recesso sarà possibile con un preavviso di almeno 30 giorni.

Si tratta in altri termini di una "modalità flessibile di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato allo scopo di incrementare la produttività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro".

La novità preannunciata dalla Barilla coinvolgerà solo gli impiegati e non gli addetti alla linea produttiva.

Attraverso lo "smart working" si avrà la possibilità di lavorare in qualsiasi posto grazie anche alle tecnologie digitali.

Cosa interessante è che l'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano attraverso l'analisi di un campione di circa 600 persone ha dimostrato non c'è stato alcun calo di produttività.

Vai al testo del DDL sul "Lavoro Agile"


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