Emesso il parere della Commissione Giustizia del Senato, favorevole ma condizionato

di Marina Crisafi - È un via libera condizionato quello della commissione giustizia del Senato ai nuovi esami di Stato per gli aspiranti avvocati. Il parere reso noto nei giorni scorsi (qui sotto allegato) allo schema di regolamento del ministero della giustizia teso a disciplinare l'esame di abilitazione all'esercizio della professione forense, analogamente a quanto sancito dalla commissione di Montecitorio (Leggi: "Praticanti avvocati: sì della Camera al nuovo esame di Stato. Domande via pec e bocciature motivate") pone diverse condizioni e osservazioni ai fini dell'approvazione del testo.

Anzitutto, il Senato boccia la modalità "random" sul controllo dei candidati che secondo il decreto dovrebbe avvenire nell'ambito delle prove scritte ad opera del personale preposto alla vigilanza. Per la commissione le verifiche devono essere effettuate invece con modalità uguali per tutti, non invasive e predeterminate almeno 10 giorni prima dell'inizio delle prove.

Sempre in ordine ai controlli, viene richiesto di specificare nel testo che, laddove la correzione degli elaborati avvenga in una località diversa rispetto alla corte d'appello dove è costituita la commissione d'esame, il trasferimento delle buste sia effettuato sotto verifica dell'ispettorato della polizia penitenziaria.

Il Senato è intervenuto anche sull'uso dei codici annotati, ribadendo che l'esame dovrà continuare a svolgersi secondo le norme previgenti e quindi con la possibilità di continuare ad utilizzare i testi commentati sino al 2017, auspicando altresì una norma di coordinamento con l'art. 49 della legge professionale forense per regolare al meglio la fase transitoria, consentendo anche l'introduzione, durante gli scritti, dei testi di legge liberamente stampati.

Altro "augurio" della commissione riguarda le comunicazioni inviate ai candidati ammessi che, ove nella domanda di partecipazione non siano indicate né mail ordinaria né pec, siano previste tramite raccomandata.

Quanto alle prove orali, si invita il governo a precisare i requisiti di pubblicità, durata minima e massima per ciascun candidato, e si ribadisce il niet all'estrazione delle domande tramite database.

Al fine di una idonea valutazione del candidato, infatti, ha osservato palazzo Madama, le commissioni non dovrebbero essere costrette a servirsi esclusivamente dei quesiti contenuti nella banca dati centralizzata, oltre al fatto che occorre specificare se le domande nella stessa inserite saranno rese pubbliche o rimarranno segrete fino all'estrazione.

Il parere della commissione giustizia del Senato sugli esami di avvocato

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