Le nuove promesse del premier dal palco veneto nel tour delle 100 città

di Marina Crisafi - Un provvedimento ad hoc per i bambini poveri. È questa l'ennesima promessa fatta dal premier ieri dal palco di Verona, nell'ambito del "Tour delle 100 città", annunciando le misure che saranno contenute nella legge di stabilità.

Legge che, si ricorda, sarà varata il 15 ottobre prossimo dal Consiglio dei Ministri e che prospetta un 2016 gravido di novità e attese per gli italiani.

Oltre alla pluriaffermata eliminazione delle tasse sulla prima casa (Imu e Tasi), infatti, il Governo ora punta su un intervento specifico per risolvere il problema del milione di bambini che vivono sotto la soglia di povertà.

Ma quanto al nodo risorse?

Secondo le parole di Renzi, il Pil è tornato positivo, l'Italia è uscita dalla crisi e i dati "consentono di vedere una timida crescita" per cui la legge di stabilità andrà in questa direzione, puntando sulla "dura lotta all'evasione perché pagare meno vuol dire pagare tutti".

E se l'impegno per cancellare Imu e Tasi richiederà 3,8 miliardi, e non i 3,5 originariamente preventivati, la vicenda va risolta, perché non si può più considerare "il frutto di sacrifici di una vita come qualcosa da tassare". Occorre, inoltre, liberare "risorse e energie" perché "siamo un paese con due miliardi di debito ma dove il risparmio privato è passato da 3.500 a 3.900 miliardi" ha aggiunto Renzi, un risparmio dovuto alla "paura" e che comunque, ha tranquilizzato, non sarà tassato.

Insomma, per tornare ad essere leader mondiali, bisogna rimboccarsi le maniche, "il destino è nelle nostre mani" ha affermato il premier e continuando il proprio tour ha annunciato nello stesso senso le misure per il mondo imprenditoriale: ossia la possibilità, per le aziende che investiranno in beni strumentali, ma solo nel 2016, di portare in ammortamento "non il 100% ma il 140%".

Ora per passare dalle parole ai fatti, che sono quelli che interessano agli italiani, bisognerà attendere il varo di giovedì, ma soprattutto l'iter parlamentare che porterà alla definitiva definizione della legge.


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