di Mariella Ciabattini - In Italia ci si scandalizza per le politiche laissez faire in fatto di animali applicate nei paesi asiatici; ma come sempre non si guarda più in là del proprio naso.
Ad Antegnate, nel bergamasco, sta per essere inaugurato un allevamento di visoni da pelliccia.
Inizialmente l'allevamento sarà popolato da 250 esemplari, che diventeranno in poco tempo un migliaio: un migliaio di visoni cresciuti per essere brutalmente uccisi, spellati e gettati via.

Le associazioni animaliste hanno subito fatto sentire la propria voce, protestando con striscioni e processioni davanti alla fattoria Finetti, la stessa che ha richiesto la licenza per allevare gli animali da pelliccia. No, non occorre indagare nella normativa dei paesi lontani per trovare deliranti contraddizioni in fatto di tutela degli animali: in Italia, maltrattare gli animali è considerato un reato, ed è punito dalla legge. Torturarli e ucciderli all'interno di un allevamento autorizzato rientra invece nella legalità: le pellicce "vere" si possono realizzare e commercializzare, come se gli animali dal pelo lungo e morbido soffrissero meno dei chihuahua.

Non dobbiamo stupirci del fatto che cultura e normativa vadano di pari passo: indossare la pelliccia è ancora simbolo di distinzione sociale, per alcuni. Ma le signore che la portano con fierezza forse dimenticano di avere sulle spalle tanti piccoli cadaveri, resti di visoni uccisi con metodi feroci per non rovinarne il prezioso manto. Possibile che la moda continui a essere la stessa sin dai tempi delle caverne?
di Mariella Ciabattini

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