Un nuovo saggio del Prof. Enrico Cuccodoro, titolare della cattedra di diritto costituzionale a UniSalento


Con grande piacere ospitiamo in anteprima il discorso che il Prof. Enrico Cuccodoro terrà a Sava (Taranto) domani, 15 gennaio 2024, in occasione della consegna della Costituzione ai diciottenni per il loro battesimo civico.

Buona lettura!


Il valore della Costituzione: la legalità e i giovani

di Enrico Cuccodoro

Costituzionalista

Coordinatore nazionale Osservatorio istituzionale per la libertà e la giustizia sociale "Sandro e Carla Pertini"


Battesimo Civico: consegna ai Diciottenni della Costituzione Italiana

Sava, 15 gennaio 2024

Auditorium I.I.S.S. "G. Falcone - O. Del Prete"


Gli appena superati Settantacinque anni della Costituzione esprimono un itinerario che tocca le massime istituzioni, e si condensa nel terreno concreto della esperienza e del giudizio per ogni cittadino avvertito, con particolare interesse e sensibilità riguardo, oggi, la sfera del dinamico, problematico "mondo" dei giovani, futuro del Paese, con una propizia ventata di modernità per chi possiamo chiamare i degni "alfieri" della Repubblica.

A tale logica si lega l'opportunità di illustrare qui alcune valenze sottese al ricorrente tema della crisi, oggettiva e soggettiva, della legge, della legalità e della giustizia nell'ambito della pervicace trasformazione delle tradizionali funzioni statuali e nei rapporti autorità/libertà individuali e collettivi. Essi segnalano l'attraversamento di una diffusa stagione distinta dalla disfunzionalità infrapoteri e intersecante insieme i soggetti e gli apparati chiamati ad attuare le molteplici manifestazioni d'indirizzo, spesso "paralizzate" al momento clou della concreta decisione; purtroppo con acute, annose compromissioni di legalità nell'illegalità e illegittimità, corruzione, ingiustizie, inefficienze, mancate, disinteressate risposte e soluzioni in campo...

Il diritto è così abbinato alla tipologia dei valori e al grado di loro incidenza e radicata diffusione nel sistema, come lo possono essere i principi e le norme-regole, ereditati nella tradizione della statualità via via affermata dall'Ottocento in poi, fino alla nostra attualità.


Le strategiche concezioni di legalità e giustizia si contraddistinguono per esempio, sulla scia di un lungo percorso evolutivo, per una peculiare e sempre più profonda scissione tra diritti e leggi (Bobbio, Zagrebelsky, Silvestri). Questo "sdoppiamento" concettuale, di risalente nascita ed evoluzione, che sembra ormai permeare in modo caratteristico spirito e lettera delle Carte costituzionali, si è imposto e radicato negli ordinamenti giuridici contemporanei, a tal punto che, allo stato, si profila l'urgenza di una ricomposizione ed armonizzazione, proprio tra le disposizioni positive del legislatore, quali le leggi (a valenza di rango costituzionale e formale), e quel nucleo fondamentale di diritti e garanzie universali e "naturali", che ne costituiscono "storico antecedente" e "premessa logico-giuridica", vessillo da poter sbandierare, sotto ogni cielo, delle libertà ed espressioni di ragione e ragionevolezza del diritto per tutti, donne e uomini del mondo contemporaneo.

La necessità di ricongiunzione e più adeguata connessione è avvertita, in modo ancora più acceso, nell'odierno contesto come il nostro, all'interno del quale si assiste, in primis sul piano del sistema delle fonti normative, ad una progressiva erosione della centralità della legge: quella legge che, primario strumento del potere, scevro da limitazioni o interpretazioni "distorsive" (Dura lex, sed lex!), costituiva, nel pensiero giuridico pre-costituzionale, la garanzia unica e sufficiente della legalità e legittimità dell'azione dello Stato. In altre parole, nelle prime esperienze statuali moderne, vi era una quasi totale sovrapponibilità tra ciò che si considerava "giusto", e ciò che era "legale", ossia affermato dall'onnipotente sovranità della legge scritta e, in definitiva, sancita dal presidio, pur esteso o limitato, delle Assemblee rappresentative, come lo erano, appunto, i compiti dei Parlamenti. Quindi, la legge costituiva strumento "per tutte le avventure del potere", democratico o antidemocratico che fosse, e la sua "forza" diveniva corollario applicativo al servizio, volta in volta, delle classi via via emergenti, di giacobini piuttosto che della borghesia burocrate o mercantile, in regimi liberaldemocratici o replicata in sistemi oppressivi e dittatoriali, fino ai mutamenti che sperimentiamo, oggi.

A causa di notevoli, significative trasformazioni degli equilibri tra organi e poteri costituzionali, nello scenario attuale il Parlamento ha abdicato, spesso, alla sua storica e consueta funzione politico-rappresentativa, che da tempo definiamo nel "mito" della sua centralità nel sistema; un ruolo che sempre più appare "dimidiato da un 'monocameralismo di fatto' che ne irride ragione e funzione" (F. Clementi), come è di maggior spicco la missione del Governo.

La legge ha perduto così la sua antica onnipotenza e onnicomprensività del poter "tutto" disciplinare: ove, considerata ex se, senza cioè essere ricondotta all'originario "spirito costituzionale" e al sistema di garanzie e diritti umani universali che qui davvero si esprimono. Anche perché, spesso, revisioni della Costituzione e norme costituzionali di indirizzo o completamento più idoneo si intendono introdurre, talvolta, con occasionali "colpi di maggioranza", prescindendo da un tanto auspicato idem sentire de republica di più vasto, omogeneo consenso, da proteggere in primo luogo, senza "smarrimenti" (Zagrebelsky).

Sul piano materiale del tempo di crisi l'azione legislativa si risolve in un mero artificio, quasi una finzione di un testo incapace di imporsi a fortiori e stabilmente, nel tessuto sociale e culturale della Nazione. Molte volte, norme inidonee a favorire un'identificazione unitaria delle esigenze normative e politiche, foriere nel proprio lessico, talora, di potenziali ambiguità, oscurità, incertezze, aberrazioni o tirannie (Ainis), per rispondere alla frammentazione della società e invadenza dei gruppi di pressione e rappresentare interessi di lobbies in campo, con evidente scomposizione di scelte e modalità extravagantes del momento.

La legalità, dunque, intesa come coerenza al dettato "sovrano" della legge, non è più identificabile, da sola, come "giustizia" pleno jure, ossia come rispetto delle garanzie e delle libertà individuali e collettive, che, invece, via via prescindono dall'utilizzo dello strumento legislativo per il loro riconoscimento, e si autoaffermano ed autoimpongono, in quanto prerogative essenziali ed originarie dotate di peculiare ed innata "forza" costituzionale, quali norme fondamentali caratterizzanti i pilastri dell'ordinamento giuridico degli Stati moderni.

Per promuovere una cultura della legalità, impregnata dell'ideale di giustizia, si deve valorizzare specialmente l'etica della responsabilità individuale e collettiva.

La Costituzione, in questa dinamica, diviene essenziale esigenza di esprimere la legittimità dell'ordinamento, accanto alla sua piena legalità, trascendendo l'artificio per trasformarlo, appunto, in unificante forza civile e culturale di comuni identità e valori sia sociali, sia politici: della convivenza di tutti e per ciascuno!

La Carta costituzionale, dunque, svela sempre una portata rivoluzionaria e innovatrice nel vigente diritto. Per la prima volta nella storia, essa "non si limita a fotografare (e cristallizzare) la realtà, ma si pone (anche) come punto di contestazione e di resistenza in difesa dei diritti e dell'uguaglianza delle persone" (L. Pepino). Insomma, la Costituzione "vissuta e inverata ogni giorno" (S. Mattarella), con l'instaurazione di un nuovo equilibrio possibile incentrato sul "dualismo" diritti e leggi, volontà politica e garanzie delle persone, soprattutto nelle vicende alle quali ci è dato assistere adesso, in numerose circostanze.

A tal proposito, si pensi alle attualissime vocazioni di tutela sostenibile dell'ambiente e centralità dell'ecologia, della certezza a protezioni crescenti del lavoro e dunque della sfera complessiva di giustizia e protezione sociale (salvaguardie familiari e individuali, sanità, istruzione, libertà di circolazione, sicurezza, privacy, intelligenza artificiale e mondo di realtà aumentata e virtuale, ecc.), valori, questi, che si impongono quali linee direttive fondamentali delle democrazie, tali da pervadere trasversalmente gli Stati, i suoi organi, le collettività al centro e nelle c.d. "periferie esistenziali" o "reali", come ci ammonisce, ora vigorosamente, Papa Francesco per contrastare le c.d. "vite di scarto" e le assai frequenti forme di discriminazione dei nostri tempi, già messe a nudo nella società resa liquida, fatta emergere da Bauman. Effetti, questi del riscontrato modo di vivere che pure scivola spesso nel relativismo e nell'indifferenza dell'agire cospicuo di moltissimi; cioè, in una temporalità che sotto implicazioni e stimoli eterogenei di modernità e globalizzazione sembra accelerare ogni cambiamento e dimensione del presente, come il dover affrontare la quotidianità nelle sfide verso un domani che si può volere diverso" (Pascal Chabot).

Legalità e giustizia, dunque, si prestano pure a valutazioni in negativo come salute e malasanità, sostenibilità e inadeguatezza ambientale, disagio sociale, parzialità, disonestà, egoismo, ecc.

Alla luce del quadro italiano, ad esempio, la malasanità sembra funzionare a due velocità: al Centro-Sud, infatti, si verificano i casi più eclatanti, spesso e volentieri finiti sulla stampa. Vi è una valida spiegazione: la sanità continua ad essere sinonimo di potere, di denaro, di voti e di accaparrati "clienti". Le molteplici vicende discusse negli ultimi anni, aventi come protagoniste le Regioni del Mezzogiorno, hanno posto in luce il rapporto contorto tra sanità, affari e politica…

La legalità (formale), forse, può apparire come quel tal mondo "perfetto" disegnato dal legislatore; tuttavia, se, però, alle prescrizioni date su diritti civili e sociali non si accompagnano le risorse necessarie siamo davanti, di fatto, alla violazione (sostanziale) del principio affermato. Ecco affacciarsi, pertanto, la mancata attuazione di uniformità nelle prestazioni o dell'assistenza su tutto il territorio nazionale, anche alla luce delle coordinate fondamentali espresse dalla Corte costituzionale, ad esempio per certi versi nella sent. 22/2022, al fine di coniugare protezione sociale, salute e diritti individuali, nell'auspicio reclamato di riforme adatte a superare criticità riscontrate, secondo un'efficiente ed incisiva cooperazione tra Stato e Autonomie territoriali, specie per le Regioni del Sud, non soltanto con limitatezza finanziaria accertata, ma anche con una popolazione che demograficamente si va riducendo e, in prospettiva, con rischi di essere maggiormente sfavorite fino a denunciare forme di vera e propria disuguaglianza territoriale.

Inoltre, in ragione delle necessità operative generate dagli interventi mirati dal PNRR, a fortiori, va posta luce all'evidenza e sussistenza di estesi fenomeni di corruzione nei settori dei lavori pubblici, delle forniture pubbliche e del comparto della sanità. Qui, una spia delle indispensabili esigenze di intervento pubblico correttivo si relaziona alla serie di misure introdotte nel "modello territoriale sanitario", con il DM 77/2022, nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale (M. Cerioni). Tradizionalmente, l'estensione della corruzione è inquadrata quale problema etico e giuridico, tuttavia valutando come accessoria l'implicazione finanziaria della stessa, con varie tendenze e prospettive nella geografia articolata in aree cospicue del Paese. La corruzione diffusa è oggetto di attuale, mai sopito dibattito: sicché il Recovery Plan si rivela grande, straordinaria occasione per il Paese nella capacità decisiva di poter risalire la china.

Nella dimensione economico-sociale la valorizzazione che tocca la sfera del cittadino singolo e associato è, per il dettato della Costituzione, svolgimento e attuazione di un esteso processo, ad ampio rilievo pluralistico, che si completa nell'ambito locale/territoriale, integrandosi "dal basso" nella società civile, per concorrere con più sensibile adesione e partecipazione della cittadinanza alle numerose necessità e aspettative della vita nazionale, sociale e politica. Sicché, la Repubblica ha il compito primario di soddisfare le condizioni idonee per tutti quei cittadini impegnati in attività di interesse generale, rendendo agevole e davvero costruttiva ogni forma di iniziativa privata sorta, nell'ausilio di supporto infrastrutturale, partecipativo, finanziario, premiale: settore emblematico ben noto il caso dell'assistenza e cura delle disabilità, del sostegno agli anziani e degli infermi, del servizio civile universale, della salvaguardia ambientale, degli ecosistemi, del paesaggio e nella promozione culturale e della bellezza del nostro Paese.

Come è stato insegnato, il consenso è il frutto di un lungo itinerario che poggia sulle scelte individuali dei cittadini, sulla loro armonizzazione ideale in partiti e movimenti politico-economico-sociali, in gruppi organizzati e società intermedie; infine, riassunti nella dialettica democratica delle formazioni politiche negli organi rappresentativi dello Stato, per articolare diverse forme di indirizzo politico-programmatico nella risultante linea d'azione politica nazionale. Ciò significa che le istituzioni si alimentano nel consenso dei cittadini, ma non significa che esse debbono sempre esprimere od inseguire propositi politici "populisti" compiacenti alla cattura del consenso se, talora, siano in discussione valori, esigenze, aspettative di strategico interesse supremo per la salvaguardia di necessità ritenute fondamentali per tutti o, addirittura, di tutelare nell'emergenza i prioritari bisogni pubblici compromessi o posti a rischio.

È questo l'essenziale territorio dei valori educativi e morali legati alla responsabilità di una consapevole coscienza "costituzionale" per i nuovi cittadini, per i giovani protagonisti dello sviluppo armonico del Paese.

Si tratta di un serio sforzo che deve poter impegnare e aggregare, con coraggio, entusiasmo ed emozione, energie ed esperienze rilevanti, quanto decisive e determinate per espandere l'orizzonte democratico e la cultura civica della nostra realtà nazionale, senza linee di frattura potenziali di una dicotomia Nord-Sud; Sud-Nord, per far ripartire la politica migliore dal suo compito primario e cioè dal dialogo con le persone e fra le generazioni diverse, appunto secondo il costruttivo, alto senso di comunità ed energia di popolo.

Per evitare il degrado della civiltà nazionale classi dirigenti e soggettività dedicate e preposte all'istruzione dei giovani, in tutti i livelli d'impegno politico, culturale e sociale corrispettivi, hanno l'obbligo sacrosanto di agire per trasmettere, non con chiacchiere inutili e vuote, bensì nei comportamenti di ogni giorno, la "forza formatrice alle nuove generazioni", specialmente favorendo il dialogo e l'esempio civico con questi cittadini in erba ed evitare così disaffezione, disinteresse, apatia: "per questo è importante conoscere la Costituzione. Leggerla, studiarla, discuterla, approfondirne i significati e i valori storici… da preziosa alleata per i nostri diritti, per apprezzamento e senso civico di costanti, condivisi impegni, quali traguardi da raggiungere, un lavoro ancora da completare", come nel suo ruolo attivo di viva vox Constitutionis, ammonisce assai spesso il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Ecco, allora, che dal monito di un appello ai valori nell'educazione alla cittadinanza, activa civitas, si qualifica la matura espressione dell'educare alla democrazia e alla pratica democratica nel solco dei principi di legalità, ragionevolezza e patriottismo costituzionale, "doveri" imprescindibili da indicare ai più giovani protagonisti di questo formidabile tempo, anche sospeso, quale mappa ideale del vivere comune, a Settantacinque anni di vigenza della nostra Costituzione repubblicana nell'ausilio tangibile e davvero utilissimo sul campo di Lezioni civiche e consegna della Carta costituzionale ai Diciottenni da parte dei Sindaci, Giornate della legalità, Educational Tour, Viaggi di istruzione, conoscenza e della memoria storica, maestra di vita.

Per questi motivi, nella traccia individuale e collettiva di ogni cittadino e dei cittadini della Nazione vanno riannodati i fili ideali del collegamento fra le diverse generazioni che si sono formate, o che preparano il loro contributo e destino, "legandosi l'una con l'altra" (Zagrebelsky; Cuccodoro), nel comune intrecciare quotidiano allo spirito della memoria l'avvenire possibile di un'Italia che sa vincere il declino e guarda al futuro con fiducia nel rispetto dei diritti e delle libertà di ciascuno e di tutti, davvero!

In definitiva, dunque, cos'è allora ingiusto o indegno, da chiedersi" Cos'è illegale o arbitrario, oggi" Ciò che legale è di per sé, anche giusto e saggio" Quesiti ai quali, pertanto, nella evoluzione e nei percorsi della statualità e del costituzionalismo, sono state date risposte differenti ed anche antitetiche, e che ora si riverberano, in tutta la loro incidenza reale, attraverso il concreto presupposto leggi/diritti/poteri, nel profilo giuridico e politico contemporaneo, se davvero capace di reagire di fronte alle crisi, alle illusioni e delusioni, soprattutto alle perduranti minacce alla pace e agli equilibri sostenibili per l'ambiente, con condotta proattiva, di resilienza e resistenza.

Si tratta di argomenti delicati e controversi per doversi misurare fra mondi ideali e ipotetici; mentre, nel piano "sostanziale" della storia la giustizia rende talora gli esseri umani in carne ed ossa, vittime di ingiustizie terribili, tanto dal non poter dimenticare o addirittura ignorare il decisivo avvertimento e richiamo che deriva dall'Olocausto, dai massacri di sopraffazione e atrocità dittatoriali, delle insensate guerre fra popoli, dei gulag, dei genocidi, del ricorso al terrorismo vigliacco, della pena di morte o del carcere con isolamento assoluto e duraturo del detenuto, di indegne privazioni imposte alle donne afgane e alla gioventù dell'Iran, di pervicaci manomissioni del prezioso habitat ecologico, fino al "nuovo" emergere dell'idea di giustizia, che è auspicabile nelle forme ed espressioni di Democrazia integrale, pur nei tempi davvero inquieti di numerosi orizzonti aperti davanti ai nostri occhi di cittadini, oggi.

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