Un comitato di quartiere vince la battaglia legale contro Roma Capitale. La Corte di Giustizia Tributaria di II Grado del Lazio ha condannato a rifondere ai ricorrenti circa l'80% delle somme versate a causa dei disservizi nella raccolta dei rifiuti

Disservizi raccolta rifiuti

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Alcuni cittadini di un quartiere a nord della capitale (Settebagni) riuniti in comitato e assistiti pro bono dall'avvocato Mauro Costanzo dell'Associazione don Chisciotte, si sono rivolti alla Commissione Tributaria del Lazio per chiedere la restituzione della TARI da loro versata a Roma Capitale e ad AMA (azienda municipalizzata incaricata della raccolta). Tale richiesta trova origine nel disservizio connesso alla raccolta dei rifiuti, con tutte le conseguenze anche di carattere igienico sanitarie derivanti dalla permanenza degli stessi in strada. La suddetta Commissione ha dato ragione ai ricorrenti, tanto che sia AMA sia il Comune di Roma hanno proposto appello.

La Corte di Giustizia Tributaria di II Grado del Lazio, con la sentenza n. 5913/2022, che potrebbe fare da apripista a tante nuove iniziative, ha rigettato l'appello, condannando AMA e Comune di Roma a rifondere ai ricorrenti, entro 120 giorni, circa l'80% delle somme da loro versate.

Responsabilità del comune per l'inefficienza del servizio di raccolta

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Sia in risposta alle lamentele degli abitanti sia in giudizio, il Campidoglio ha sostenuto che i disservizi e i ritardi nella raccolta erano da addebitarsi esclusivamente al comportamento poco virtuoso dei cittadini. Alcuni residenti si sono allora rivolti alla magistratura dimostrando - attraverso l'utilizzo di una applicazione chiamata Junker - la responsabilità del Comune circa l'inefficienza del servizio di raccolta. Junker, infatti, ha fotografato i disservizi archiviando, in un server certificato ISO, le immagini geolocalizzate riportanti anche giorno ed orario. È stato quindi possibile dare prova certa della data, dell'ora e del luogo dove si erano verificati i disservizi.

L'app Junker

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L'applicazione è utilizzata per inviare segnalazioni su eventuali rifiuti abbandonati, raccolte deficitarie o cassonetti rotti. Essa permette di scattare una foto che viene automaticamente georeferenziata. La rilevazione è poi inviata per mail al Comune e ad AMA. Ed è stato proprio questo l'elemento di svolta.

La certificazione di qualità ISO cui si è sottoposta l'applicazione ha fatto sì che le informazioni rilevate dall'applicazione fossero riconosciute come prova. La certificazione, infatti, garantisce il rispetto di specifici requisiti in materia di sicurezza delle informazioni. Tra queste vi sono appunto la data, l'ora ed il luogo. I residenti hanno quindi potuto dimostrare che le foto si riferissero esattamente al loro quartiere, e che i fatti contestati si fossero verificati in un determinato giorno ed orario, ovvero in un preciso ed apprezzabile periodo di tempo.


Foto: 123rf.com
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