Manca la prova che se i medici avessero tenuto una diversa condotta il paziente si sarebbe salvato, l'intervento chirurgico è stato eseguito correttamente ed è riuscito, nessun rimprovero anche in relazione a controlli ed esami

Assoluzione per i medici accusati di omicidio colposo

Vanno assolti i medici accusati della morte di un paziente sottoposto ad un intervento di bypass, se l'età e le numerose patologie che presentava lo avrebbero condotto comunque al decesso in termini piuttosto brevi. Nessun nesso di causa tra la condotta dei medici e il decesso, numerosi i controlli e gli esami a cui il paziente è stato sottoposto. Queste le conclusioni della Cassazione nella sentenza n. 48220/2022 (sotto allegata). Vediamo le motivazioni.

Due medici vengono assolti dalla Corte di Appello dal reato di omicidio colposo di un paziente.

Dopo un intervento di bypass il paziente viene dimesso e trasferito in una struttura per la successiva riabilitazione, ma a distanza di pochi giorni l'uomo presenta un versamento, viene quindi trasferito in un reparto di cardio chirurgia e sottoposto ad accertamenti. Il consulente cardio chirurgico decide di non intervenire subito ma di monitorare il paziente che però dopo un breve periodo di stabilità muore.

Dopo la condanna in primo grado, la Corte di Appello assolve i medici per assenza della prova controfattuale. Una diversa condotta in termini di probabilità non avrebbe infatti garantito la sopravvivenza del paziente, in quanto il decesso si è in realtà verificato per la somma di numerose patologie.

Le parti civili contestano la decisione in sede di Cassazione, che però li rigetta anche perché finalizzati ad ottenere una diversa valutazione delle prove.

In ogni caso, occorre tenere conto del fatto che i giudici di merito, con motivazione assolutamente congrua e priva di illogicità, si sono attenuti alle valutazioni scientifiche dei periti, che hanno individuato come causa della morte del paziente le numerose patologie che lo stesso presentava. Indimostrato che una diversa condotta, rispetto a quella tenuta, avrebbe garantito la sopravvivenza o comunque una maggiore sopravvivenza del paziente.

Nel rigettare un altro motivo la Cassazione rileva inoltre che la Corte di Appello, in base alle risultanze scientifiche presentate ha argomentato che la tecnica chirurgica adotta è stata la migliore possibile, considerate le condizioni del paziente e che in ogni caso l'intervento aveva avuto successo.

Nessun nesso di causa tra la morte del paziente e la condotta dei medici, che scrupolosamente hanno anche sottoposto il paziente a numerosi controlli ed esami diagnostici.

Scarica pdf Cassazione n. 48220/2022

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