Al vaglio dell'Antitrust la proposta di Bancomat S.p.A. che mira ad abolire le commissioni interbancarie: preoccupa il potenziale aggravio dei costi per ritirare contanti

Commissione interbancaria e costi per i consumatori: novità in arrivo

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In questi giorni si è tornato a parlare di bancomat e commissioni interbancarie applicabili al momento del prelievo presso gli sportelli bancari automatici. Come noto, è attualmente al vaglio dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato un progetto che prevede novità anche per quanto riguarda i costi per i consumatori.


Lo scorso dicembre, infatti, l'Antitrust ha avviato un'istruttoria nei confronti di Bancomat S.p.A. che trae origine da una comunicazione inviata all'Autorità dallo stesso circuito: tale procedimento riguarda, nel dettaglio, il progetto relativo al servizio di prelievo di contante con la carta bancomat presso gli sportelli bancari automatici (ATM) convenzionati.


Bancomat S.p.A., si rammenta, è la società che gestisce i circuiti di prelievo e pagamento Bancomat e PagoBancomat, nonché le relative carte, utilizzabili per effettuare pagamenti su POS (Point of Sale) e prelievi presso gli sportelli automatici c.d. ATM (Automated Teller Machine).

Prelievi ATM: come funziona il sistema delle commissioni

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La società ha chiesto di rivedere il sistema di commissioni alla base del prelievo, prevedendo nuove modalità di remunerazione per le operazioni di prelievo in circolarità con carta Bancomat, con modifica delle modalità attualmente in vigore.


In particolare, il progetto mira all'abolizione della commissione interbancaria e a far pagare la commissione applicata al prelievo (da parte del consumatore) direttamente all'istituto di credito dove è collocato l'ATM.


Allo stato, il servizio di prelievo è soggetto a una remunerazione che si sostanzia in una commissione interbancaria multilaterale (c.d. MIF). Al titolare di una carta Bancomat è consentito effettuare un prelievo presso lo sportello ATM di una banca diversa da quella emittente (c.d. prelievo in circolarità) e tale operazione comporta la necessaria interazione tra la banca proprietaria dell'ATM e la banca emittente della carta.

Per ogni operazione di prelievo in circolarità, la banca emittente addebita sul conto corrente del proprio cliente la somma prelevata e accredita la stessa somma alla banca proprietaria dello sportello ATM. La banca proprietaria dello sportello ATM ottiene dalla banca emittente il pagamento della commissione interbancaria, il cui importo, attualmente pari a 0,50 €, come fissato da Bancomat.

Colui che ritira denaro presso lo sportello di una banca della quale non è cliente, dunque, non è sempre tenuto a pagare ulteriori costi, essendo a discrezione dell'istituto del quale si è cliente addebitare o meno una commissione. La banca potrebbe anche decidere di coprire tali esborsi da sé, senza rivalersi sul proprio correntista.

Abolizione della commissione interbancaria

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Il modello alternativo a quello sopra descritto, proposto da Bancomat S.p.A., punta a sostituire le commissioni interbancarie con l'applicazione al titolare della carta di una eventuale commissione definita in via autonoma da ciascuna banca proprietaria dell'ATM e che eroga, dunque, il servizio di prelievo attraverso le proprie apparecchiature. Tale commissione sarebbe resa nota al titolare della carta prima dell'autorizzazione all'operazione di prelievo.

Tale modifica del modello di remunerazione, ad avviso di Bancomat, sarebbe giustificata dall'aumento dei costi sostenuti dalle banche nella gestione degli ATM, legati all'evoluzione tecnologica di tali apparecchiature e ai maggiori rischi collegati ad iniziative fraudolente più sofisticate. Si tratta di costi che, in molti casi, sarebbero maggiori rispetto all'ammontare della commissione interbancaria.

Il nuovo sistema di remunerazione, invece, incentiverebbe maggiori investimenti da parte dei proprietari degli ATM sulle relative apparecchiature, a beneficio della platea dei consumatori. D'altro canto, molti temono che l'abolizione delle commissioni interbancarie attualmente associate al prelievo Bancomat possano determinare un aggravio dei costi sostenuti per ritirare denaro contante e incentivare i grandi istituti a discapito dei più piccoli.

Una preoccupazione alimentata anche dalla circostanza che in Italia il numero di sportelli ATM appare essere in calo e non è sempre possibile avere a disposizione vicino casa quello della banca di cui si è clienti. Dal nuovo rapporto "Sussidiarietà e… finanza sostenibile" della Fondazione per la Sussidiarietà emerge come nel nostro paese siano scomparsi quasi 10mila sportelli bancari in dieci anni, passando da 34.036 a inizio 2010 a 24.312 all'inizio del 2020. Ad essere maggiormente penalizzati sarebbero, inoltre, i clienti delle banche digitali che hanno pochi sportelli ATM presenti sul territorio.

Non resta dunque che attendere il parere dell'Antitrust che si occuperà di valutare "se le nuove regole di circuito possano configurare un'intesa suscettibile di restringere o falsare la concorrenza nel mercato comune" ai sensi dell'articolo 101 del TFUE, dal momento che, secondo consolidata prassi e giurisprudenza nazionale ed europea, le regole di circuito sottoposte da Bancomat S.p.A. costituiscono un'intesa fra soggetti concorrenti.

Qualora si verificasse un caso del genere, "l'Autorità valuterà le eventuali efficienze che deriverebbero dalla loro adozione, la trasmissione ai consumatori dei benefici ad esse legate, l'indispensabilità delle nuove regole per conseguire queste efficienze e la non eliminazione della concorrenza sul mercato".


Foto: 123rf.com
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