Risarcita dal Tribunale di Brescia la lesione del diritto all'autodeterminazione di due genitori che non volevano la quarta figlia. I precedenti della Cassazione e di merito

Fallita sterilizzazione e nascita indesiderata

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Una coppia con tre figli all'attivo non ne vuole altri, decide quindi di chiedere aiuto alla medicina per evitare ulteriori nascite. La donna si sottopone all'intervento di sterilizzazione tubarica, ma dopo due anni arriva il quarto figlia, una bambina sana, ma non voluta come gli altri. Marito e moglie decidono a questo punto di rivolgersi al Tribunale di Brescia competente per chiedere i danni all'Ospedale.

Lesione diritto di autodeterminazione dei genitori

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Il Tribunale riconosce ai genitori, che oggi hanno 48 e 50 anni, la lesione del diritto di autodeterminazione relativamente alla scelta di non volere più figli. Il Giudice ritiene violati gli artt. 2 e 13 della Costituzione, che prevedono il diritto alla procreazione consapevole. Il CTU ha accertato che l'esecuzione tecnica dell'intervento di sterilizzazione è stata del tutto inadeguata. L'Ospedale si è difeso sostenendo che anche per quel tipo di intervento esiste un margine di fallibilità.

La quantificazione del danno

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La battaglia legale dura 5 anni, ma alla fine il Giudice Elisabetta Arrigoni, accertato il fallimento dell'intervento chirurgico di sterilizzazione, condanna l'Ospedale a pagare ai genitori l'importo mensile di 300 euro, per un totale di 90.000 euro, per aiutare i genitori a mantenere la figlia fino al compimento dei suoi 25 anni. Alla mamma, il risarcimento di 1513 euro per la diastasi dei muscoli della parete addominale.

I precedenti: la sentenza del tribunale di Reggio Emilia

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La sentenza bresciana conferma l'orientamento giurisprudenziale che da qualche anno, per situazioni similari, riconosce ai genitori il risarcimento del danno per la lesione del diritto di autodeterminazione sotto forma di "contributo al mantenimento" del figlio non voluto.

Il Tribunale di Reggio Emilia infatti nel 2015 ha condannato l'Ospedale a pagare in favore di una madre la somma di 20.000 euro per lo stress derivante dal dove accudire sei figli e 300 euro al mese per il figlio non voluto, fino ai suoi 23 anni. La donna dopo aver dato alla luce il quinto figlio aveva chiesto un intervento di sterilizzazione, che l'Ospedale però non aveva effettua, sostenendo in giudizio, a sua difesa, che la madre avrebbe potuto interrompere la gravidanza.

I giudici però non la pensano allo stesso modo. Abortire è ben diverso dal decidere di non procreare. Stesse conclusioni per le ben più risalenti sentenze del Tribunale di Cagliari (23 febbraio 1995) e di Tolmezzo (7 giungo 2011).

La Cassazione conferma la condanna per il mantenimento del figlio non voluto

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Perfino la Cassazione in diverse occasioni, di recente con la sentenza 4738/2019, ha riconosciuto ai genitori il diritto al risarcimento del danno per lesione del diritto all'autodeterminazione in ordine alla scelta di avere o non avere figli. In questo caso ha confermato il risarcimento stabilito in sede di merito e quantificato in 116.237 euro, oltre interessi legali per consentire alla coppia di mantenere il figlio non voluto. A essere condannato non è stato un Ospedale, ma il medico di base, che aveva prescritto alla donna un farmaco non idoneo alla contraccezione.

Leggi anche: Cassazione: il medico paga il mantenimento per il figlio non voluto


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