Dubbi sull'estensione dei permessi 104 anche ai lavoratori disabili che ne fruiscono per sé, non indicati tra i beneficiari dal messaggio Inps

di Lucia Izzo - Il decreto Cura Italia (n. 18/2020) è intervenuto con diverse misure per supportare i lavoratori durante questo periodo emergenziale determinato dalla diffusione del virus COVID-19. In dettaglio, l'art. 24 del provvedimento ha esteso la durata dei permessi retribuiti per assistenza familiari disabili previsti dall'art. 33, comma 3, della legge n. 104/92. Una disposizione che ha fatto sorgere alcuni dubbi ancora irrisolti relativi alla possibilità che dell'estensione possano beneficiare, non solo i lavoratori che assistono familiari disabili, ma personalmente anche i lavoratori con disabilità.

La risposta, che sembrerebbe essere di semplice soluzione, appare in realtà ancora poco chiara, in particolare a seguito delle indicazioni fornite dalle autorità che sembrano essere discordanti e dunque non hanno fatto altro che alimentare dubbi. Ma andiamo per gradi.

Estensione permessi legge 104: cosa prevede il decreto Cura Italia

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Il testo della norma introdotta nel D.L. Cura Italia recita così: "Il numero di giorni di permesso retribuito coperto da contribuzione figurativa di cui all'articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, è incrementato di ulteriori complessive 12 giornate usufruibili nei mesi di marzo e aprile 2020".

Il comma 2 soggiunge che: "Il beneficio di cui al comma 1 è riconosciuto al personale sanitario compatibilmente con le esigenze organizzative delle aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale impegnati nell'emergenza COVID-19 e del comparto sanità".

I suddetti 12 giorni ulteriori complessivi per i mesi di marzo e aprile 2020 si aggiungono, quindi, ai 3 giorni di permesso mensile previsti dall'articolo 33, comma 3, della L. 104/1992, diventando pari a 18 giorni totali per due mesi (marzo e aprile 2020).

I dubbi interpretativi

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I suddetti tre giorni di permesso retribuito sono disciplinati dall'articolo 33, comma 2, della L. 104/1992 che elenca i soggetti che possono usufruirne, nel dettaglio: il lavoratore dipendente, pubblico o privato, che assiste persona con handicap in situazione di gravità, coniuge, parente o affine entro il secondo grado, ovvero entro il terzo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 65 anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

Il comma 6 del medesimo art. 33 della legge 104 precisa che degli stessi tre giorni di permesso può fruire anche "la persona handicappata maggiorenne in situazione di gravità". Ed è proprio qui che iniziano i dubbi relativamente alle nuove previsioni del D.L. Cura Italia.

In teoria, dunque, anche il lavoratore maggiorenne e gravemente disabile dovrebbe poter beneficiare "per sè" dell'estensione dei permessi 104 prevista dal D.L. Cura Italia.

Questa interpretazione è suffragata dalle indicazioni fornite dall'Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità che (rispondendo alle domande frequenti) rammenta come hanno diritto a questi giorni di permesso anche "i lavoratori dipendenti privati e pubblici a cui è riconosciuta disabilità grave che hanno già diritto alternativamente al permesso orario o giornaliero (art. 33, comma 6, legge 104/1992)".

Permessi legge 104: l'estensione riguarda anche il lavoratore disabile?

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I lavoratori con disabilità, tuttavia, non figurano tra i beneficiari dell'estensione nel messaggio n. 1281 pubblicato dall'INPS il 20 marzo 2020 (sotto allegato) e con il quale è stata fornita "una prima sintetica illustrazione" relativa all'estensione della durata dei permessi retribuiti ex L. 104/92, oltre che relativamente alla fruizione dei congedi parentali e del bonus baby-sitting.

Nella parte dedicata ai "Permessi ex L. 104/92 COVID-19", l'Istituto fornisce indicazioni operative (ad es. come fare domanda) annoverando tra i beneficiari dell'estensione unicamente i lavoratori dipendenti privati "che assistono un familiare con handicap grave" e i lavoratori dipendenti pubblici, per questi ultimi senza ulteriori precisazioni se non "non devono presentare domanda all'INPS" ma alla propria amministrazione.

Una mera "svista", una semplice dimenticanza oppure una chiara risposta?

Tutto ciò non ha fatto che alimentare crescenti interrogativi e criticità, nonostante dall'interpretazione sistematica delle norme che disciplinano i permessi 104/92 e delle recenti disposizioni introdotte dal D.L. non sembrerebbero esservi ostacoli nel garantirne l'applicazione anche ai lavoratori che hanno disabilità personali e non solo per i lavoratori c.d. "caregiver" (che assistono familiari disabili).

Le istruzioni operative e procedurali in merito all'applicazione dei suddetti benefici, anticipa l'INPS nello stesso messaggio, saranno fornite "con la relativa circolare illustrativa, che sarà pubblicata a seguito del parere favorevole del Ministero vigilante".

Non resta dunque che attendere ulteriori provvedimenti per poter fornire risposte definitive sull'argomento.

Scarica pdf INPS, Messaggio n. 1281/2020

Foto: 123rf.com
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