Circa tre milioni di lavoratori potrebbero rimanere senza buoni pasto. Tavolo unitario tra le associazioni di categoria

di Gabriella Lax - Il sistema dei buoni pasto è sull'orlo di una crisi. Per cercare di trovare una soluzione è al lavoro un tavolo unitario di associazioni di categoria.

Buoni pasto: i dati

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Nel 2019 sono stati emessi 500 milioni di buoni pasto per un totale di 3,2 miliardi di euro e, a beneficiarne sono circa 2,8 milioni di lavoratori, di cui 1 milione dipendenti pubblici. Per ciascun buono da 8 euro il bar, il negozio alimentare o il supermercato incassa 6,18 euro. Una volta scalati anche gli oneri finanziari si registra un deprezzamento del 30%: ogni 10mila euro di buoni incassati, gli esercizi convenzionati pagano circa 3mila euro. Il sistema ha mostrato tutte le sue criticità nel 2018 con il fallimento di Qui!Group: 325 milioni di euro di debiti di cui circa 200 milioni nei confronti degli esercizi convenzionati. Da nulla è cambiato ed il governo non ha fornito risposte.

La tassa occulta a carico degli esercenti

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Il problema, come denunciano le associazioni

di categoria Fipe Confcommercio, Federdistribuzione, Ancc Coop, Confesercenti, Fida e Ancd Conad, è che il sistema di ticket, così come pensato adesso, «genera una tassa occulta del 30% sul valore di ogni buono pasto a carico degli esercenti. In pratica, tra commissioni alle società emettitrici e oneri finanziari, i bar, i ristoranti, i supermercati e i centri commerciali perdono 3 mila euro ogni 10 mila euro di buoni pasto incassati che accettano». È l'effetto delle gare bandite da Consip per la fornitura del servizio alla pubblica amministrazione, che hanno ormai spinto le commissioni al di sopra del 20%.

La lettera al Mise e al Mdl

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Le sei associazioni di categoria hanno deciso di scrivere al Ministro dello Sviluppo Economico e al Ministro del Lavoro, chiedendo di rivedere l'intero sistema con l'obiettivo di garantire il rispetto del valore nominale dei buoni pasto lungo tutta la filiera. In una nota le associazioni

evidenzino «lo Stato non può far pagare la propria spending review alle nostre imprese. Così facendo si mette a rischio un sistema che dà un servizio importante a 3 milioni di lavoratori ogni giorno e si mettono in ginocchio decine di migliaia di imprese, tra pubblici esercizi, piccola e grande distribuzione commerciale. Nessuno può dimenticare che il buono pasto è un servizio che già gode di agevolazioni importanti in termini di decontribuzione e defiscalizzazione». Non solo. Il tavolo, in primis, presenterà una campagna di comunicazione congiunta che interesserà tutti gli esercizi della ristorazione e della distribuzione commerciale; e poi avvierà un'azione di responsabilità nei confronti di Consip per aver ignorato i campanelli d'allarme in merito alla vicenda Qui!Group, azienda leader dei buoni pasto alla pubblica amministrazione che, dopo essere stata dichiarata fallita a settembre 2018, ha lasciato 325 milioni di euro di debiti, di cui circa 200 milioni nei confronti degli esercizi convenzionati.

Leggi anche Buoni pasto: la guida completa


Foto: 123rf.com
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