Le tappe della crisi di Governo: dall'apertura ad opera di Salvini fino al discorso di Conte in Senato. Quali ora gli scenari possibili?

di Annamaria Villafrate - Ripercorriamo brevemente le tappe principali della crisi di Governo iniziata l'8 agosto, dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini, i ripensamenti, l'ipotesi di un'alleanza tra PD e M5S, fino al discorso di Conte in Senato, in cui ha evidenziato le responsabilità del leader della Lega, contestatone le velleità sovraniste. Quali ora gli scenari possibili?

Le tappe della crisi di Governo

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Tutto inizia l'8 agosto, 5 Stelle e Lega non condividono le stesse sulla Tav, tanto che la sera Slavini diffonde un comunicato in cui dichiara che ormai occorrono lezioni anticipate. Conte, preso atto delle dichiarazioni del Ministro dell'Interno conferma, nel corso di una conferenza stampa, la volontà del leader della Lega di voler far cadere il Governo. Il primo Ministro si assume pubblicamente l'impegno di riferire in Parlamento prima di dare le dimissioni.

Il giorno dopo, venerdì 9 agosto Salvini presenta la sua mozione di sfiducia, ma la Presidente del Senato Casellati convoca la conferenza dei capigruppo per il lunedì successivo. Movimento 5 stelle e PD manifestano la speranza di rinviare qualsiasi decisione a dopo la pausa estiva.

Durante il fine settimana la Lega e il centro destra spingono per andare al voto il prima possibile, con il beneplacito del leader del PD Nicola Zingaretti. Il Movimento 5 stelle invece chiede che prima venga approvata la legge costituzionale che dispone il taglio dei parlamentari.

Intanto i vari partiti iniziano a guardarsi attorno per formare nuove maggioranze, considerato anche l'approssimarsi del voto della legge di bilancio. Matteo Renzi in un'intervista al Corriere, dichiara la propria disponibilità a dialogare con il M5S per creare insieme un Governo istituzionale, per impedire lo scatto dell'aumento dell'Iva il 31 dicembre 2019, qualora la legge di bilancio non venisse approvata.

Martedì 13 Conte viene inviato a fare le sue dichiarazioni il 20 di agosto. L'accordo tra M5S e PD prende forma, tanto che si inizia a parlare di "coalizione Ursula" perché PD e Movimento 5 Stelle avevano votato entrambi a favore della nuova presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Nei giorni seguenti intanto serpeggia il malcontento all'interno dei vari partiti. Calenda si dice contrario a un accordo tra PD e 5 Stelle, tanto che minaccia di andarsene. Il M5S non pare apprezzare il ruolo di primo piano di cui si è autoinvestito Mattero Renzi. Le elezioni sembrano lontane, ma non la nascita di un nuovo Governo con nuove coalizioni, situazione che porta Salvini a fare un passo indietro e a smentire le sue intenzioni di voler porre fine all'Esecutivo, nella speranza di riallacciare i rapporti con gli ex alleati del M5S. All'interno della Lega però c'è scontento sulla gestione dell'intera faccenda da parte di Salvini.

Domenica 18 agosto, le manifestate aperture di Salvini a riprendere il dialogo con gli alleati di Governo non convincono il Movimento 5 Stelle che dopo una riunione nella villa di Beppe Grillo pare proprio che non ci sia spazio per un nuovo accordo con il leader della Lega, considerato "inaffidabile". Il Movimento tuttavia non nega la collaborazione positiva con i parlamentari leghisti, un riconoscimento che secondo alcuni non escluderebbe la volontà di perseguire il cammino con la Lega, ma non con Salvini.

Il discorso di Conte in Senato

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Lo ha annunciato propri all'inizio del discorso del 20 agosto che avrebbe rassegnato le dimissioni al presidente della Repubblica e così ha fatto. Giuseppe Conte, ormai ex primo Ministro Italiano del Governo Giallo Verde ha tenuto un lungo discorso in cui ha toccato diversi punti a partire dalla grave decisione con cui Salvini ha aperto la crisi di Governo. Conte parla poi dei rischi legati a un ritorno alle urne e al rischio Iva legato a un probabile esercizio provvisorio. Non nasconde il suo disappunto sulla condotta irresponsabile di Salvini che non ha saputo mediare i diversi interessi in campo, con l'obiettivo di salvaguardare solo quelli di parte. Aprendo la crisi Salvini è venuto meno al contratto di Governo e alle responsabilità che ne derivano.

Il fatto poi che la decisione sull'apertura della crisi sia giunta dopo le elezioni europee e l'approvazione del decreto sicurezza bis è un chiaro segnale di opportunismo politico. Che dire poi del fatto di aver presentato una mozione di sfiducia senza ritirare i propri ministri? Tante insomma, secondo l'ex Premier Conte le responsabilità della Lega: dall'affossamento delle norme anticorruzione al protocollo sulla terra dei fuochi, dal codice rosso a quota 100, dal decreto dignità elle misure previste per rimborsare i truffati dalle banche. Questa crisi ha compromesso diverse iniziative che questo Governo stava portando avanti.

Conte contesta il sovranismo di Salvini, richiamando l'importanza delle istituzioni e del rispetto delle regole, ma anche il mancato chiarimento sui fondi russi alla Lega, di cui Salvini avrebbe dovuto riferire in Senato. L'ex premier contesta poi l'utilizzo dei simboli religiosi da parte dl Ministro dell'interno, invocando il principio di laicità dello Stato, l'invasione delle competenze degli altri ministri.

In ultimo l'ex primo Ministro invoca l'importanza di un modello di crescita non economicistico, così come la necessità di valorizzare il turismo, di rilanciare un progetto europeo non fondato solo suo rigorismo e di trovare una soluzione per il conflitto in Libia. Battuta finale sull'utilizzo dei social per ottenere il consenso e sulla capacità dei cittadini di comprendere quando certe scelte dolorose sono necessarie per l'interesse generale. Chiude il discorso con un simbolico "Viva la nostra patria. Viva l'Italia."

Quali gli scenari possibili?

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Quali ora gli scenari possibili?

Dopo le dimissioni di Conte, Mattarella ha avviato le consultazioni. Il Governo resta quindi in carica per provvedere alla gestione ordinaria. Stante l'approssimarsi delle scadenze finanziarie e alcune questioni internazionali da risolvere, le consultazioni dovranno avvenire rapidamente.

Inizieranno infatti da oggi 21 agosto alle ore 16 e si svolgeranno in due giorni con i "big" chiamati a salire al Colle nella giornata di giovedì.

Il calendario delle consultazioni

Oggi si comincia con i presidenti di Camera e Senato, Casellati e Fico e con i gruppi parlamentari "per le autonomie (Svp-Patt,Uv)" e Misto del Senato e "Liberi e uguali" e Misto a Montecitorio. Domani sarà la volta di Fratelli d'Italia, del Pd, di Forza Italia e infine della Lega e del M5S.

Toccherà quindi alle forze politiche portare le proprie determinazioni sullo stop alla legislatura di fronte al capo dello Stato oppure sulla volontà di proseguire la strada di un nuovo esecutivo senza tornare al voto. Ad ogni modo i tempi sono compressi ed è difficile che il presidente conceda la carta degli incarichi esplorativi.

Voto o governo di scopo o istituzionale?

La Lega chiede il rapido ritorno alle urne, ma potrebbe delinearsi una nuova maggioranza di governo, anche se i numeri non sembrano favorevoli.

Una ulteriore alternativa potrebbe essere quella del Governo di scopo, della durata necessaria ad approvare la legge di bilancio e impedire così l'aumento dell'Iva.

Movimento 5 stelle e PD invece invocano un Governo istituzionale o di legislatura, che potrebbe anche concludersi con il ritorno di Conte. Soluzione non facile, contro la quale remano contro i numeri, Zingaretti e una parte del PD.

Ultima soluzione improbabile la coalizione Ursula teorizzata da Prodi, visto che a fianco di PD e M5S potrebbe sedersi Berlusconi.


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