Quali sono le spese normalmente previste per la tenuta e gestione di un conto corrente e per effettuare le singole operazioni

di Lucia Izzo - Il conto corrente è uno strumento bancario per la gestione del proprio denaro: tramite il conto è consentito a un soggetto, detto correntista, di depositare il proprio denaro presso un istituto di credito, acquisendo così la possibilità di utilizzare la moneta bancaria, il denaro elettronico e altri strumenti finanziari.

Il conto corrente

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Tutti ormai possiedono un conto corrente, complice il fatto che tramite esso è consentito svolgere tutta una serie di operazioni particolarmente utili, ad esempio l'accredito dello stipendio, l'invio e la ricezione di bonifici, l'addebito delle utenze, l'effettuazione spostamenti di denaro, prelievi e versamenti di somme, operazioni di trading e investimenti e così via.


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Tuttavia, è ben possibile che si decida di aprire un conto corrente semplicemente per depositare le proprie risorse finanziarie presso un istituto di propria scelta o per monitorare e organizzare le proprie entrate e uscite finanziarie (es. tramite estratto conto).


A tutti i benefici suddetti inevitabilmente si accompagnano dei costi, ad esempio per l'apertura e la gestione del conto o di altri strumenti collaterali che vengono forniti al cliente all'apertura del conto, ad esempio l'uso di una carta di credito o di debito collegata al conto che, sostanzialmente, consente di avere a portata di mano il proprio denaro ovunque si trovi il correntista, con capacità di prelevarlo e spenderlo.


Ancora, gli ultimi anni hanno visto consolidarsi i servizi di home banking, anch'essi collegati all'apertura del conto, sicché il correntista è posto nella situazione di controllare le proprie risorse direttamente dal portale/app della banca ed effettuare operazioni direttamente da lì.


Per questo motivo, è suggerito prima dell'apertura di un conto corrente valutare bene tutti i servizi offerti dai vari istituti finanziari, in particolare quelli che corrispondono meglio alle proprie esigenze, allo scopo di verificare preventivamente e comparare i futuri costi che dovranno essere sostenuti per la gestione, variabili da un istituto all'altro oppure qualora si scelga un conto tradizionale oppure online (poche o nessuna filiale sul territorio).

Apertura e chiusura del conto corrente

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Nella maggior parte dei casi, aprire un conto corrente è divenuta un'operazione gratuita, complici la sempre più ampia diffusione di conti online a zero spese o con costi ridotti che, prevedendo la gratuità dell'apertura, hanno "costretto" i competitor ad adeguarsi.

In passato, invece, a essere particolarmente ingenti erano le spese per chiudere un conto. La situazione è mutata a seguito del D.L. n. 223/2006, convertito nella legge n. 248/2006, il quale ha modificato il Testo Unico Bancario (d.lgs. n. 385/1993). L'art. 120-bis del T.U.B. stabilisce, infatti, che il cliente ha diritto di recedere in ogni momento senza penalità e senza spese.

I costi fissi

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I costi del conto corrente mutano a seconda della tipologia di conto scelto e dell'istituto presso il quale questo viene acceso. Per quanto riguarda gli altri costi costi collegati al conto corrente, si può distinguere tra costi fissi o variabili: i primi sono quelli che vengono sostenuti per l'apertura e la tenuta del conto, mentre i secondi sono variabili in relazione al numero di operazioni effettuati dal cliente.

Il canone

Molti istituti finanziari collegano alla tenuta del conto corrente il pagamento di un canone "fisso" obbligatorio per l'utilizzo dei servizi offerti (spesso ricomprendente un numero di operazioni prestabilito da poter svolgere) da versare con periodicità variabile (es. mensile o annuale).


Il costo del canone muta in base ai servizi che sono scelti dal cliente, nonché a seconda del tipo di conto, potendo raggiungere dunque anche cifre notevoli: per questo si consiglia sempre di controllare con attenzione quali sono i servizi inclusi, poiché quelli esclusi andranno a incidere sui c.d. costi variabili legati alla gestione del conto corrente.


Per fronteggiare il rischio che il costo del canone dissuada dall'apertura del conto, negli ultimi anni si sono moltiplicate le offerte a "zero canone", soprattutto dopo che molte piattaforme di home banking hanno deciso di azzerare questa voce.

Imposta di bollo

Si tratta di un'imposta statale sui conti correnti postali e bancari, determinata dalle leggi in vigore e introdotta dal c.d. decreto Salva Italia varato dal Governo Monti.

L'imposta si applica quando la giacenza media del rapporto considerato è pari o superiore ad euro 5.000,00: l'importo dell'imposta è di 34,60€ se il conto corrente è intestato a persone fisiche e di 100€ per le persone giuridiche. Alcune banche, tuttavia, offrono conti correnti senza imposto di bollo e sostengono al posto del cliente tale spesa.

La carta di debito

La Carta di debito (detta anche carta Bancomat), stante la diffusione e l'utilità di questo strumento, può essere considerata una spessa fissa. La carta è spesso offerta dalle banche gratuitamente allo scopo di consentire al correntista di gestire il proprio denaro (prelevare, effettuare pagamenti, ecc.).

Leggi anche: La carta di debito

Tuttavia, alcuni istituti addebitano al cliente i suoi costi, ad esempio attraverso la previsione di un canone, annuale o mensile, per l'utilizzo della stessa oppure tramite l'addebito delle spese di spedizione per l'invio della copia cartacea presso l'abitazione.

Invio estratti conto e comunicazioni

L'invio dell'estratto conto e di comunicazioni a cadenza prestabilita è normalmente gratuito qualora il servizio sia erogato online; alcune banca, invece, addebitano al cliente un costo se il correntista sceglie l'invio cartaceo, via posta, di questi documenti.

Le spese variabili

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I costi c.d. variabili rappresentano quelle spese il cui importo non è preventivamente determinabile, in quanto variano in base al tipo e al numero di operazioni realizzate, ad esempio il numero di bonifici o prelievi che si effettuano in un dato periodo. Il loro importo, dunque, è necessariamente correlato alle modalità di utilizzo del proprio conto.


Tra le spese variabili più diffuse vi sono le spese legate alla registrazione sul conto delle singole operazioni, le spese di liquidazione periodica quando la banca calcola oneri o interessi e così via. Inoltre, vi rientrano alcune spese "extra" di tenuta conto ad esempio quelle legate all'eventuale rigenerazione e re-invio della carta o dei codici di uso in caso di smarrimento.

Commissioni

Tra i costi variabili, la voce di spesa più rilevante è quella relativa alle c.d. commissioni, ovvero i costi che un correntista deve sostenere per effettuare le singole operazioni online, al telefono o allo sportello.

Si tratta, ad esempio, dei costi legati all'effettuazione di bonifici, per l'emissione di assegni, per la domiciliazione delle utenze, per gli sms di "alert", per la ricarica di una carta prepagata collegata al conto o anche per i prelievi con carta di credito o di debito. In quest'ultimo caso, le commissioni variano anche qualora il prelievo sia effettuato all'estero o presso lo sportello di filiali di altre banche.

Appare evidente come l'analisi dei costi legati alle singole commissioni sia particolarmente rilevante per valutare la convenienza di un conto corrente, soprattutto in relazione alle proprie esigenze effettive, e allo scopo di evitare di incorrere in spese eccessive nell'utilizzo dello stesso. Molti conti, soprattutto quelli online, azzerano la maggior parte delle commissioni per le suddette operazioni.

L'indicatore Sintetico di Costo

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Per conoscere il costo effettivo di un conto corrente sarà utile consultare l'ISC (Indicatore Sintetico di Costo) che gli istituti di risparmio dovranno comunicare preventivamente al correntista tramite i Fogli informativi relativi a ciascuna tipologia di conto.

L'ISC rappresenta il costo indicativo annuo complessivo del conto corrente offerto ai clienti consumatori, consentendo in tal modo a questi di comparare il prodotto con altri prodotti analoghi offerti dalla stessa Banca o da altri Istituti. Il valore dell'ISC si ottiene sommando i costi annuali, fissi e variabili, del conto corrente, modellati in base a "profili di operatività tipo" stabiliti dalla Banca d'Italia.


Foto: 123rf.com
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