L'economia circolare è un modello di economia in grado di rigenerarsi da sola, sfruttando fonti biologiche e tecniche disponibili, che così vengono rigenerate e valorizzate

Cos'è l'economia circolare

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L'economia circolare è un nuovo modo di produrre nel rispetto dell'ambiente e del valore delle cose. La parola d'ordine è "riciclare" e porre fine agli sprechi. Si tratta, in sostanza, di un modello di economia in grado di rigenerarsi da sola, sfruttando fonti biologiche e tecniche disponibili, che così vengono rigenerate e valorizzate.

In questo modo come disse Lavoisier "nulla si crea nulla si distrugge, tutto si trasforma". Questo tipo di economia si contrappone a quella tradizionale, definita lineare. Caratteristiche dell'economia lineare sono: l'estrazione di materie prime nuove e un consumo di massa che genera, una volta consumato il prodotto, materiale di scarto.

La differenza tra i due modelli è quindi evidente.

Il primo ricicla gli scarti per produrre nuovi prodotti ed evitare di estrarre nuove materie prime, con tutta una serie di vantaggi a livello ambientale, sociale e climatico.

L'economia lineare invece, fondata sulla produzione di rifiuti, genera solo inquinamento e surriscaldamento e crea disuguaglianze sociali enormi, a causa delle guerre che si scatenano per accaparrarsi le fonti delle materie prime più importanti.

Obiettivi dell'economia circolare

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L'economia circolare non è però solo un modello economico, ma una vera e propria filosofia che persegue principalmente tre finalità:

  • allungare la vita del prodotto;
  • produrre ex novo prodotti destinati a durare più a lungo;
  • ridurre i rifiuti attraverso il riciclo.

Il concetto di rifiuto

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A voler essere precisi tuttavia per l'economia circolare i rifiuti non esistono. Tutto può essere riutilizzato e reimmesso nel ciclo produttivo, per creare nuova materia. Per questo è importante creare prodotti con materiali atossici e progettati fin dall'inizio per poter essere riutilizzati. Solo così è possibile ridurre, se non addirittura azzerare, gli scarti produttivi.

I principi base

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L'economia circolare si fonda quindi soprattutto su questi tre principi fondamentali:

  • il primo considera i rifiuti prodotti da industrie e privati, non come materia di scarto, ma come materiale riutilizzabile, ovvero una seconda materia prima;
  • il secondo punta a scongiurare lo spreco a monte. La soluzione potrebbe essere quella di condividere con altri consumatori beni, ancora in buono stato e poco usati, per evitare di buttarli o lasciarli giacere negli scatoloni, inutilizzati;
  • il terzo invece si pone l'obiettivo di arrestare la morte precoce della materia. Per questo l'imperativo è riparare anziché che buttare.

Per attuare l'economia circolare però non basta riciclare, è necessario ripensare a tutte le fasi della produzione e prestare più attenzione all'intera filiera interessata al ciclo produttivo.

Il tutto nel rispetto di 5 principi base elaborati dalla Fondazione Ellen MacArthur, che da tempo si occupa di economia rigenerativa e riparativa:

  • costruire i prodotti in modo che possano essere smontati e ristrutturati;
  • pensare a prodotti in grado di adattarsi al mutamento delle condizioni esterne;
  • abbandonare le fonti fossili e affidarsi a energie rinnovabili;
  • ragionare olisticamente, prestando attenzione alle relazioni causa effetto tra i vari componenti;
  • favorire il reimpiego delle materie secondarie di qualità.

Vantaggi di un'economia virtuosa

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Oltre ad essere una necessità, l'economia circolare porta con sè numerosi vantaggi e non solo di ordine ambientale o di impatto sul clima. In virtù di misure come la prevenzione dei rifiuti, il riutilizzo dei materiali e l'ecodesign, le imprese di tutta Europa otterrebbero un notevole risparmio netto del loro fatturato annuo, riducendo al contempo le emissioni totali di gas serra.

Ma non è tutto. L'economia circolare produce, tra i vari benefici, una maggiore sicurezza sulla disponibilità delle materie prime, un aumento della competitività, un impulso all'innovazione e alla crescita economica, ma soprattutto un incremento dell'occupazione.

Tutti benefici che, naturalmente, producono effetti positivi anche nei confronti dei consumatori finali, che potrebbero contare su prodotti durevoli e innovativi, in grado di farli risparmiare e migliorare la qualità delle loro vite.

Piano UE 2022

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Il Piano d'azione europeo 2022 (sotto allegato) per un'economia circolare, si pone l'ambiziosa finalità di realizzare un Green Deal europeo, per un'Europa più sostenibile in modo equo e inclusivo, in grado di affrontare le sfide legate al clima e all'ambiente.

Per conseguire gli obiettivi del Green Deal, nel decennio 2021-2030 occorrerà aumentare gli investimenti annuali di circa 520 miliardi di EUR rispetto ai dieci anni precedenti.

Per salvaguardare la prosperità e il benessere dei suoi cittadini, "l'UE deve realizzare una transizione equa e inclusiva verso un futuro più verde e più digitale, rafforzando nel contempo la resilienza socioeconomica in un mondo instabile". Ciò è realizzabile attraverso un'azione coordinata e complementare, anche tra le politiche di bilancio nazionali e il bilancio dell'UE.

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Foto: 123rf.com
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