Dai Consigli dell'ordine agli studi legali, la vita familiare delle mamme avvocato è sempre più spesso oggetto di tutele specifiche

di Valeria Zeppilli - La vita delle mamme avvocato non è affatto semplice: la professione forense, infatti, non sempre è agevolmente compatibile con la veste di madre.

L'esigenza di aiutare le donne avvocato che scelgono di affrontare la maternità, tuttavia, sta iniziando a trovare delle risposte significative in alcune realtà locali che si auspica fungano da apripista per una professione finalmente più conciliabile con la famiglia.

I protocolli per la genitorialità

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A prestare particolare attenzione alla genitorialità sono, in particolare, i Consigli giudiziari delle Corti d'appello di Napoli, di Pavia e di Udine, che, negli ultimi anni, hanno emanato degli specifici protocolli per sostenere la maternità e la paternità degli avvocati.

Ma l'esperienza forse più evoluta è quella del Consiglio giudiziario di Milano che si è interessato della genitorialità dei legali già dal 2011 e che il 28 giugno 2018 ha emanato un nuovo protocollo che dà la massima attenzione alle esigenze delle mamme avvocato (leggi: "Mamme avvocato: il legittimo impedimento è realtà").

Parità di genere negli studi legali

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La tutela della maternità, tuttavia, non va garantita solo nelle aule di tribunale ma anche, e forse soprattutto, all'interno degli studi legali, in cui le professioniste madri rischiano di essere penalizzate per il ruolo che rivestono all'interno della famiglia e in cui deve quindi iniziare la lotta per l'uguaglianza di genere e per l'inclusione.

Come emerge da uno studio condotto da Il Sole 24 Ore, in tal senso è particolarmente significativa l'esperienza di Clifford Chance, che riconosce alle proprie professioniste otto mesi di maternità, di cui cinque retribuiti al 100% e tre retribuiti al 25%.

La maternità è garantita anche in Orrick, dove la maternità è di sei mesi, tutti interamente retribuiti.

Lo studio Portolano Cavallo, infine, tutela le proprie professioniste nella consapevolezza che la differenza va adeguatamente gestita, ad esempio prevedendo il tempo parziale ed evitando di fissare delle riunioni dopo un certo orario se a esse sono chiamate a partecipare delle socie o delle counsel part-time.

Studi legali per la parità di genere

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Gli studi legali, inoltre, stanno iniziando a prestare attenzione alla parità di genere non solo prevedendo delle tutele specifiche al loro interno, ma ponendosi come sostegno per le professioniste dei diversi settori.

Nunziante Magrone rappresenta, in tal senso, una realtà da tempo più che evoluta. Dal 2015, infatti, ha avviato il progetto Women for Women con lo scopo di offrire a tutte le donne lavoratrici, professioniste, imprenditrici o manager, delle consulenze specifiche in tutte le aree del diritto connotate da una specificità di genere, attraverso delle modalità alternative di confronto, caratterizzate da orari flessibili e supportate dalla stipula di convenzioni con le principali associazioni femminili.

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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