La Corte Costituzionale con la sentenza di oggi "salva" l'istituto della messa alla prova
di Redazione - L'istituto della messa alla prova, introdotto dalla legge n. 67/2014, è costituzionale. Lo ha deciso la Consulta, con la sentenza, n. 91/2018 depositata oggi (sotto allegata), ritenendo che l'istituto in esame presenta aspetti "che non sono riconducibili alle ordinarie categorie costituzionali penali e processuali, in quanto il suo carattere innovativo segna un ribaltamento dei tradizionali sistemi di intervento sanzionatorio, come già rilevato dalle sezioni unite della Cassazione con la sentenza 31 marzo 2016, n. 36272".

Nel procedimento di messa alla prova, infatti, ha scritto il giudice delle leggi, manca una condanna e "correlativamente manca un'attribuzione di colpevolezza dell'imputato", il quale viene sottoposto, su sua richiesta, a un trattamento alternativo alla pena applicabile nel caso di un'eventuale condanna.

Anche l'esecuzione del trattamento, inoltre, è rimessa alla volontà dell'imputato, che può farla cessare in qualsiasi momento, facendo così riprendere il procedimento penale.

Per cui, per la Consulta, l'istituto della messa alla prova non viola tra gli altri, gli artt. 25 e 27 della Costituzione, "sotto il profilo, rispettivamente, della presunzione di non colpevolezza e della determinatezza del trattamento sanzionatorio".

Corte Cost. sentenza n. 91/2018

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