Dalla petizione lanciata su Change.org è nato un vero e proprio movimento nazionale per dire basta ai compiti a casa nella scuola dell'obbligo

di Redazione - Basta compiti a casa! È questo il grido unanime partito dalla petizione lanciata su Change.org dal dirigente scolastico genovese Maurizio Parodi e confluito ora in una vera e propria rete nazionale per abolire i compiti a casa nella scuola dell'obbligo.

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A compiti zero: la rete nazionale

È nata infatti la "Rete nazionale docenti e dirigenti a compiti zero" coordinata dal fondatore del movimento "Basta compiti", Maurizio Parodi, con il fine di creare una struttura, culturale e professionale, a supporto degli insegnanti e dei presidi convinti della necessità di superare una pratica "arcaica e pedagogicamente insostenibile".

Uno spazio "di ricerca e confronto - spiega il portavoce della rete, Maurizio Parodi - pensato per documentare e condividere le esperienze, le buone pratiche, le formule organizzative sperimentate nelle condizioni di normale 'esercizio' delle scuole, che, perciò, non necessitano di interventi di alta ingegneria istituzionale, di riforme programmatiche epocali; che non abbisognano di incremento degli organici e neppure del prolungamento dell'orario scolastico". Qualsiasi insegnante, in qualsiasi scuola, spiega Parodi, "può praticare una didattica 'a compiti zero', purché decida di farlo; rientra nelle prerogative professionali del ruolo, non richiede, dunque, una delibera degli organi collegiali o l'autorizzazione del dirigente scolastico - che - comunque sarebbe - opportuno coinvolgere".

Della neonata rete, che si articola in gruppi provinciali con un proprio referente, possono far parte dirigenti e insegnanti, anche precari o in quiescenza.

I componenti, si legge nello statuto, si riconoscono nel "Manifesto del movimento: 'Basta compiti!' e si impegnano ad arricchire e diffondere i materiali raccolti nel sito: www.bastacompiti.it". Promuovono iniziative di sensibilizzazione e si impegnano a organizzare almeno un incontro l'anno nella propria provincia. Ogni anno poi verrà organizzato un convegno nazionale per confrontare esperienze e proporre iniziative.

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