Il tribunale di Modena dà il via libera al divorzio congiunto delle parti che accettano di seguire il Progetto Anthea, per la gestione dei figli tramite applicazione

di Gabriella Lax - Ok al divorzio con l'app per gestire i figli senza conflitti. Il tribunale di Modena, primo in Italia, con la sentenza n. 2259/2017 (sotto allegata) ha dato il via libera al ricorso congiunto per lo scioglimento del matrimonio di una giovane coppia che ha deciso di aderire al progetto Anthea: l'app "salva conflitti" creata dall'avvocato Giovanni Casale per aiutare i genitori, separati e divorziati a gestire tutti gli aspetti che riguardano i figli senza farsi la guerra.

Progetto Anthea, comunicazioni tra ex coniugi solo con l'app

Dunque per quanto riguarda i minori, gli ex coniugi comunicano tra loro solo tramite l'applicazione telematica. Col risultato che rimane tutto scritto nero su bianco e le parole costituiranno «prova ineludibile e incontestabile dalle parti» e testimonianza chiara dei rapporti della ex coppia.

Nel caso specifico di Modena, il giudice ha sciolto il matrimonio tra le parti, una delle quali difesa proprio dall'avv. Casale, recependo le condizioni concordate dai genitori di adesione al progetto Anthea, prospettate «nell'interesse della prole» e «non contrarie alla legge», al fine di facilitare la gestione delle problematiche che possono riguardare la prole e la gestione della conflittualità genitoriale. Così si legge nella sentenza n. 2259/2017 (sotto allegata) pubblicata il 28 dicembre scorso dalla seconda sezione civile del tribunale di Modena (giudice relatore Sira Sartini).

I due si sono impegnati ad utilizzare la relativa applicazione telematica in modo esclusivo per qualsiasi comunicazione che possa riguardare i minori e ben consapevoli che tutte le comunicazioni che "intercorreranno tra essi potranno essere oggetto di produzione documentale rappresentando prova ineludibile ed incontestabile dalle parti".

Non solo. Il mancato uso dell'applicazione, si legge ancora nel provvedimento, "non potrà essere oggetto di giustificazione alcuna e potrà essere liberamente valutato dal magistrato in caso di decisioni che derivino da atti e procedimenti attivati a seguito di insorta conflittualità tra i genitori successivamente".

Progetto Anthea, come funziona l'app

Il progetto Anthea, presentato in Parlamento alla commissione bicamerale peer l'infanzia, è un'applicazione per smartphone e tablet che consente ai genitori di avvalersi di una serie di servizi e di scambiarsi informazioni e accordi, con la consapevolezza che potranno far fede in sede giudiziale in quanto lo storico di esse potrà essere scaricato e prodotto in giudizio.

Per ogni evento creato (ad esempio "accompagnare il bambino in piscina") ci potranno essere feedback di gradimento o di non adesione. Anche il mancato uso dell'applicazione non è giustificato e può essere oggetto di valutazione da parte del giudice nel caso di successivi conflitti.

Il giudice potrà valutare in tempo reale il comportamento delle coppie e ai genitori sarà consentito dialogare tra loro su una piattaforma informatica "controllata". Il fine, da un lato è quello di tutelare gli interessi dei minori e dall'altro di consentire ai coniugi un contatto "sano" e costruttivo, lontano dalle aule di tribunale.


Trib. Modena, sentenza n. 2259/2017

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