La nuova moneta virtuale debutta in borsa. Vediamo come funzionano i bitcoin e quali sono i rischi e i vantaggi

di Gabriella Lax - Debutto in borsa in rialzo per i bitcoin. L'ingresso è avvenuto al Chicago Board Options Exchange (Cboe) qualche giorno fa, con un salto oltre i 18.000 dollari sulla prima piazza finanziaria globale. D'ora in poi gli investitori potranno scommettere anche sull'andamento della moneta virtuale acquistandola a un prezzo certo per poi entrarne in possesso ad una data prestabilita.


Che cos'è il bitcoin?

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Si tratta di una moneta virtuale, nata tra fine 2008 e inizio 2009. Niente di fisico dunque, né banconote, né monete metalliche. Una moneta non riconosciuta in nessuno Stato al mondo e non tutelata. Essa esiste perché le persone che scambiano una merce per bitcoin riconoscono la moneta, accettandone il valore fiduciosi nella possibilità di poterla scambiare e ricevere merci. Il bitcoin, essendo immateriale, non è governato da una banca centrale, ma si autogoverna, essendo aperto alla partecipazione di chiunque, senza la possibilità che qualcuno ne prenda il controllo. Non per questo non esistono garanzie: ogni transazione è registrata in modo trasparente sulla Blockchain, un libro mastro pubblico, aperto al controllo di tutti, tuttavia protetto in modo da non poter essere modificato. Un sistema insomma che potrebbe seriamente rivoluzionare il modo di lavorare delle banche.

Come funzionano i bitcoin

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Non avendo natura fisica ma digitale i bitcoin sono creati, memorizzati e utilizzati su dispositivi elettronici (ad esempio smartphone), nei quali vengono conservati in "portafogli elettronici" (cd. wallet) e sono pertanto liberamente accessibili e trasferibili dal titolare, in possesso delle necessarie credenziali, in qualsiasi momento, senza bisogno dell'intervento di terzi.

I bitcoin vengono emessi e funzionano grazie a dei codici crittografici e a dei complessi calcoli algoritmici. Lo scambio dei codici criptati tra gli utenti, operatori sia economici che privati, avviene grazie ad una applicazione software open source. Ogni bitcoin, che ha un cambio alquanto volatile, si ottiene a mezzo di ricompensa tramite bonus programs su determinati siti che premiano le azioni compiute dall'utente tra cui fare recensioni, provare nuovi software, guardare della pubblicità e tante altre iniziative.

Le monete si possono trasferire tra qualsiasi "nodo" del network, in pratica circolando tra chi possiede il software in grado di gestire le transazioni, che sono irreversibili e immediate.

Il bitcoin debutta in borsa a Chicago

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In questi giorni si è assistito al via agli scambi di future sulla criptovaluta dunque, da 15.000 dollari. Il successo è stato tale che è rimasto inizialmente inaccessibile per 20 minuti dopo l'apertura, mentre il circuito degli scambi andava avanti. Il mondo digitale abbraccia anche una nuova criptovaluta al giorno ad oggi sono circa 1330, per un valore di oltre 400 miliardi di dollari, anche se soltanto 17 sono sopra il miliardo di dollari. Il prossimo 18 dicembre il bitcoin dovrebbe debuttare sul Chicago Mercantile Exchange.

Bitcoin, i pericoli della moneta invisibile

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Il mistero avvolge l'inventore di questo potente strumento che piace tanto a chi gestisce traffici illeciti. La circolazione dei bitcoin, come mezzo di pagamento decentralizzato, utilizza una rete di soggetti paritari (peer to peer) e, oltre a non essere tracciabile, non è soggetto ad alcuna disciplina regolamentare specifica né ad una Autorità centrale che ne governa la stabilità nella circolazione. Così, chi usa Bitcoin, sfugge a qualunque controllo, all'inflazione e a tasse, commissioni, registrazioni di dati e simili.

Una moneta "invisibile" e priva di un circuito internazionale, trasparente alle autorità e alla finanza, diviene un terreno fertile per le attività illecite, consentendo pagamenti non tracciabili e completamente anonimi. Basti pensare a pagamenti di armi o droga o ad altre operazioni illecite come ad esempio riciclaggio di denaro sporco.

La giurisprudenza sui bitcoin

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Per quanto riguarda la giurisprudenza sul tema, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea il 22 ottobre 2015, ha rilevato che le attività di cambio di bitcoin in moneta tradizionale e viceversa, rientrano a pieno titolo tra le attività esenti dall'applicazione dell'Iva per le transazioni compiute all'interno del territorio europeo (V. Corte di Giustizia, Sez. V, Causa C-2642014, 22 ottobre 2015). Secondo alcuni autori, la novità apporterà significativi vantaggi al mercato interno, quindi non ci resta che attendere per ottenere alcuni parametri di riscontro.

Ricordiamo inoltre l'aspetto legale di maggior interesse ossia la possibilità di pignorare la moneta virtuale e sottoporre le somme ad espropriazione. Giuridicamente nulla osta ad un'eventuale azione esecutiva verso un conto di bitcoin ma, sotto il profilo pratico, non può disconoscersi come l'operazione sia estremamente complicata, rasentando l'impossibilità. Come affermato, infatti, l'utente che utilizza i bitcoin dispone di un wallet al quale è associato un codice. Ovviamente l'unico che possiede le informazioni de quibus è il titolare e, come sopra cennato, non esiste un ente centrale né tanto meno qualcuno presso il quale effettuare il pignoramento presso terzi.

Leggi anche:

- Bitcoin: la moneta virtuale è legale?

- Bitcoin: si possono pignorare?


Foto: 123rf.com
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