Il Consiglio di Stato legittima bandi con corrispettivo irrisorio ai professionisti mentre in piazza imperversa la lotta per l'equo compenso

di Valeria Zeppilli - Sino a qualche giorno fa pensare di divenire avvocati della pubblica amministrazione con un compenso previsto di un solo euro sembrava assurdo; oggi, invece, si tratta di un paradosso che ha assunto una preoccupante concretezza.

In poco tempo, infatti, sia il Consiglio di Stato che due risposte a interrogazioni parlamentari hanno giustificato la scelta della PA di prevedere, in alcuni bandi comunali, il compenso di un euro per i professionisti chiamati a "servire" la pubblica amministrazione.

Il codice degli appalti non è un ostacolo

Fonte di aspre polemiche è, in particolare, la posizione espressa dal Consiglio di Stato nella sentenza n. 4614 del 3 ottobre 2017, nella quale si legge che, in sostanza, l'onerosità del contratto di appalto pubblico richiesta dall'articolo 3), lettera ii) del codice degli appalti, può assumere un significato attenuato e parzialmente diverso rispetto a quello che ha nel mondo interprivato e va valutata considerando anche altri vantaggi potenzialmente derivanti dal contratto, non direttamente finanziari ma comunque economicamente apprezzabili.

Quali vantaggi?

Ma quali vantaggi possono derivare dal lavorare praticamente gratis? Immaginarli è molto difficile e di certo la risposta non può rinvenirsi nel prestigio che deriva dal servire la Pubblica Amministrazione.

Pensiamo alla categoria sempre più affossata degli avvocati: quale prestigio può infatti derivare a dei legali che accettano di lavorare gratis pur di lavorare? Nessuno, anzi: è molto più probabile che l'aver lavorato per la PA, ma a un euro, sia un elemento di discredito per lo studio legale e allontani i clienti, che non si fidano di chi sia stato "costretto" a lavorare gratis pur di lavorare.

Il dibattito sull'equo compenso

La questione si fa ancora più spinosa se la si contestualizza all'interno del più che mai attuale dibattito sull'equo compenso, per il quale gli avvocati stanno lottando con tutte le loro forze.

Si pensi alla manifestazione annunciata per il prossimo 30 novembre e con la quale i legali scenderanno nelle piazze della Capitale, o, ancora, alla petizione recentemente lanciata su change.org per l'approvazione del Ddl ad oggi in attesa del passo decisivo da parte del Governo.

Per quanto gli avvocati si sforzino di convincere le forze politiche a tornare a dare alla professione la giusta dignità, infatti, ci sono comunque delle posizioni persistenti molto gravi che remano contro i legali ma anche contro tutti gli altri liberi professionisti.

Di certo, insomma, di questi compensi a un euro non smetteremo troppo presto di sentir parlare.

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Valeria Zeppilli

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