Scritto a 4 mani dagli attivisti Lav, Andrea Cristofori e Alessandro Fazzi, ha come padrino d'eccezione l'ex pm Raffaele Guariniello. Ne parliamo con Debora Alberici, amministratrice di Cassazione.net

di Gabriella Lax - Amici a quattro zampe, considerati esseri senzienti ma non solo. Ci sono anche nel primo Codice di diritto animale che raccoglie, per la prima volta nel nostro Paese, norme, regolamenti, casi e giurisprudenza e, ovviamente, diritti e doveri, rischi legati al possesso, alla proprietà e alla detenzione degli animali d'affezione. 

Il codice, pubblicato in anteprima su Cassazione.net (e in vendita in esclusiva sullo stesso sito) e da ottobre disponibile nelle librerie, è nato grazie all'attento lavoro di due attivisti Lav - Andrea Cristofori, responsabile canili ed esperto nel settore legale, e Alessandro Fazzi, consulente della Lega anti vivisezione. 

L'opera ha un padrino d'eccezione, l'ex pm torinese Raffaele Guariniello. 

Guariniello, rafforzare la tutela dei diritti degli animali

«Nel nostro Paese, le norme a tutela dei diritti degli animali possono e debbono essere ulteriormente rafforzate - chiarisce nell'introduzione Guariniello - ma già oggi impongono interventi potenzialmente efficaci. Oggi, a differenza di ieri, fare giustizia non vuol più dire occuparsi soltanto di criminalità in danno dell'uomo. Oggi vuol anche dire proteggere la vita, l'integrità, il benessere, la dignità degli animali». E aggiunge « Sorprende, da questo angolo visuale, ed è deleteria, la scarsa diffusione tra gli operatori dei principi che governano la protezione degli animali sul piano internazionale e nazionale. Il fatto è che non basta avere buone leggi di facciata scritte sulla carta.

Ed è purtroppo la larga disapplicazione delle norme vigenti uno dei fenomeni che più caratterizzano l'Italia e non solo l'Italia. In alcune zone del nostro Paese, i processi penali per reati lesivi degli animali proprio non si fanno, mentre in altre zone si fanno, ma spesso con una tale lentezza che prima di arrivare al verdetto finale si concludono con la prescrizione del reato. La conseguenza è devastante. Si diffonde nella sostanziale indifferenza di pur autorevoli istituzioni un senso d'impunità, l'idea che le regole ci sono, ma che si possono violare senza incorrere in effettive responsabilità. E si diffonde un altrettanto devastante senso di giustizia negata». 

Di questa importante novità abbiamo discusso con Debora Alberici, amministratore unico di Cassazione Srl, che da subito ha creduto nell'iniziativa, decidendo di distribuirla in anteprima tramite il proprio sito.

Bisogna amare gli animali per arrivare a pensare ad una raccolta che finalmente si occupa dei loro diritti?

«Sì, è senz'altro necessario amare gli animali per pensare a una raccolta ragionata come quella contenuta nel codice: solo chi lotta per il loro benessere può capire quanto fosse necessaria una guida per privati e istituzioni che mettesse nero su bianco tutte le norme esistenti e le interpretazioni giurisprudenziali che, talvolta, colmano i vuoti legislativi».

Da dove nasce l'idea di un codice di diritto animale?

«L'idea nasce dalla mancanza assoluta in Italia di un'opera di questo genere che potesse fungere da guida e vademecum per chi detiene un animale da compagnia».

Cosa contiene il nuovo codice?

«Il nuovo codice contiene proprio tutto: dalla regolamentazione dell'affido del cane in caso di separazione, alle regole in condominio e poi ancora alla responsabilità dei sindaci. Ma non solo: viene approfondito anche il tema del randagismo, degli appalti, delle regole in canile. E, ultimo, ma non in ordine di importanza, tutti gli aspetti fiscali concernenti gli allevatori».

Qual è oggi l'orientamento nei confronti dei diritti degli animali?

«Parlare di un solo orientamento non è semplicissimo. Sicuramente la Cassazione ha fatto da apripista con il concetto di essere senziente arrivando a prevedere sanzioni, anche di natura penale, a carico di chi, pur detenendo l'animale in buone condizioni di salute, offende il suo equilibrio psico-fisico».

Cosa ne pensa del ddl che vuole inasprire le pene per chi maltratta gli animali?

«Il ddl che vuole inasprire le pene per chi maltratta gli animali è ovviamente un'ottima iniziativa a patto che le norme siano così chiare da stroncare ogni possibile fraintendimento e la giurisprudenza "creativa"».

A chi potrebbe essere utile il codice?

«Il codice è rivolto a tutti, privati e istituzioni. Perfino a chi non possiede un animale ma che, in teoria, potrebbe essere vittima del randagismo o essere infastidito da rumori molesti e intollerabili nel condominio».


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