Ecco cosa dice la giurisprudenza

di Annamaria Villafrate - E' possibile che l'usucapione avvenga anche tra prossimi congiunti come nel caso di genitori e figli?

Iniziamo da una premessa: L'usucapione è un istituto introdotto dal legislatore per tutelare la proprietà e premiare chi si prende cura dei beni. L'istituto può avere a oggetto beni mobili, mobili registrati, universalità di beni mobili, immobili (edifici, terreni, case, appartamenti) e persino eredità (Vedi la guida legale sull'istituto dell'usucapione).

Gli elementi costitutivi dell'usucapione sono il possesso e il trascorrere del tempo. In particolare il possesso deve essere esercitato con la convinzione e la volontà di tenere il bene per se. Il comportamento del possessore, dal punto di vista psicologico, deve quindi coincidere con quello del proprietario.

La diretta e immediata conseguenza di questo assunto è l'impossibilità di usucapire un bene di cui si conosce il legittimo proprietario dal quale si è ricevuto l'incarico di occuparsene o il permesso di utilizzarlo.

Un esempio calzante di quest'ultima ipotesi si ha nel caso in cui i genitori concedano in comodato un'immobile ai propri figli. Il dubbio che sorge in questi casi è quindi il seguente: può un figlio usucapire una casa o un terreno di proprietà dei genitori?

L'usucapione della casa dei genitori

Poniamo il caso che due genitori concedano al loro figlio o figlia un appartamento o una casa in comodato d'uso gratuito senza stabilire alcun termine di consegna o comunque dando loro la disponibilità di utilizzarlo fino a quando non saranno in grado di acquistarne una loro.

Nel caso in cui i genitori non ne chiedano mai la formale restituzione, il figlio può usucapire l'immobile ricevuto in comodato dopo ben 20 anni di utilizzo?

La sentenza n. 21 del 18.01.206 del Tribunale d'Aosta, in linea con la precedente pronuncia del 10.10.2011 del Tribunale di Bari, ha negato totalmente questa possibilità, fondando il proprio ragionamento sugli atti di tolleranza. La motivazione in diritto del giudice ordinario parte dal presupposto che la concessione in comodato di immobili tra parenti è una consuetudine che in famiglia si mette in pratica da tempo. Tenendo conto altresì che l'usucapione non si verifica ogni qualvolta il proprietario (in questo caso i genitori), sia a conoscenza dell'utilizzo del bene da parte di terzi di cui ne "tollera" solamente il comportamento, ne discende l'impossibilità per i figli di usucapire la casa o l'appartamento di mamma e papà.

Il legame di parentela stretta infatti fa presumere che i genitori, pur consapevoli dell'utilizzo dell'immobile da parte dei figli, non abbiano ceduto loro l'edificio per mero disinteresse, ma semplicemente per soddisfare una, più o meno temporanea, esigenza abitativa.

Per un approfondimento vedi la guida legale sull'istituto dell'usucapione


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