Il mantenimento va a vantaggio del coniuge economicamente più debole. Ma oggi solo nel 4% dei casi è l'uomo a percepire l'assegno.

di Valeria Zeppilli - Quando marito e moglie decidono di porre fine al loro rapporto coniugale, è quasi sempre l'uomo a dover versare l'assegno di mantenimento alla ex compagna. E, stando alle stime, si parla del 96% dei casi.

Eppure la normativa italiana non fa distinzioni tra uomo e donna. Il mantenimento ha infatti lo scopo di garantire che il coniuge economicamente più debole possa conservare, anche dopo la separazione, lo stesso tenore di vita goduto durante il matrimonio.

Se quindi il coniuge economicamente più forte è la donna, spetta a lei versare il mantenimento al suo ex marito. E non mancano pronunce in tal senso.

Di recente, ad esempio, la Cassazione, con la sentenza numero 8716/2015 (qui sotto allegata), ha confermato a carico di una ricca casalinga l'obbligo di versare il mantenimento all'ex marito in mobilità.

In un'altra sentenza, il Tribunale di Ivrea (sent. n. 10/2015), ha accolto la domanda di un uomo che aveva chiesto il mantenimento all'ex moglie. In quel caso, l'ex marito, durante il matrimonio aveva aiutato la moglie nella gestione di un negozio e si era poi trovato senza lavoro (Vedi: La moglie deve mantenere l'ex disoccupato che la aiutava in negozio)

Oltretutto, negli ultimi anni i casi in cui la situazione sia quella opposta, e siano quindi le donne a mantenere gli ex mariti, sono in netto aumento.

Complice probabilmente l'emancipazione sempre più crescente delle donne e la loro affermazione nel mondo del lavoro, in circa il 4% delle separazioni le mogli sono state reputate soggetti economicamente più forti e tenute, quindi, al mantenimento dell'ex coniuge.

Vedi anche:

- La guida legale sull'assegno di mantenimento

- La raccolta di articoli e sentenze in materia di mantenimento

Corte di cassazione testo sentenza numero 8716/2015
Valeria Zeppilli

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