L'incredibile storia del bambino di Alessandria perseguitato dalle cartelle Equitalia dall'età di 2 anni

di Marina Crisafi - Ha 10 anni e da 8 è nei "guai" con il fisco, iniziando la sua carriera di cattivo pagatore alla "veneranda" età di due anni. Quella del più giovane moroso d'Italia, riportata oggi da La Stampa, è una storia tanto incredibile quanto vera che riguarda un bimbo di Alessandria che da anni riceve cartelle esattoriali per il mancato pagamento di alcune fatture ad una società di telefonia mobile relative all'acquisto di un telefonino.

La vicenda ha inizio infatti da quando il bambino aveva due anni e i genitori, tranquilli per l'evidente malinteso, hanno denunciato l'errore di identità convinti che tutto si potesse risolvere senza troppi problemi.

Ma a quanto pare non è stato così.

La faccenda si è protratta nel tempo, con un rimpallo di responsabilità tra le maglie della burocrazia dell'Agenzia delle Entrate e di Equitalia, culminando con la visita dell'ufficiale giudiziario, finchè i genitori, disperati, si sono rivolti alle associazioni dei consumatori, minacciando anche una denuncia per stalking nei confronti di Equitalia.

L'incubo, però, non è ancora finito e l'ignaro decenne deve al fisco poco più di 166 euro, senza contare che, dati i tempi biblici della vicenda, potrebbe anche arrivare alla maggiore età e finire nella banca dati dei cattivi pagatori per un cellulare mai acquistato, addebitatogli sin da quando non solo non sapeva a cosa potesse servire un telefono ma neanche cosa fossero le tasse.


Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata dall'ufficio stampa di H3G:

"Gent.ma Redazione,
vi scriviamo in merito all'articolo "Moroso" da quando ha 2 anni: un bambino di Alessandria è il più giovane perseguitato dal Fisco", pubblicato da La Stampa e il Secolo XIX il 30 ottobre 2015 e ripreso in questi giorni anche dalla vostra testata. L'articolo si riferiva alla richiesta di pagamento della tassa di concessione governativa notificato da Equitalia ad un minore. A beneficio dei vostri lettori, teniamo a precisare che il presupposto che ha generato la richiesta di pagamento della tassa di concessione governativa è un'utenza di H3G regolarmente intestata ad una persona maggiorenne, omonima del bambino e residente ad Alessandria, che ha omesso di pagare canoni alla nostra Società e la tassa in questione dovuta al fisco. Non vi è stato alcun errore da parte di H3G nelle operazioni di attivazione e di attribuzione del codice fiscale

o delle generalità del cliente maggiorenne, precisando che il codice fiscale intestato al minorenne non è mai transitato nei nostri sistemi. Riteniamo che l'accaduto sia da imputarsi ad un errore materiale nel sistema di trascrizione dei dati - relativi al cliente moroso nei confronti del fisco - che H3G ha invece correttamente trasmesso all'Agenzia incaricata della riscossione della tassa.
Cordialmente,
Ufficio Stampa H3G"



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