Ancora una volta la Cassazione richiama i giudici di merito che compensano con troppa disinvoltura le spese di lite

Ancora un deciso no della Corte di Cassazione alla compensazione ingiustificata delle spese legali

Dopo diverse pronunce di cui si è data notizia in questo portale (vedi da ultimo Cassazione: la lite di scarso valore non giustifica la compensazione delle spese legali) la Suprema Corte torna ad ammonire i giudici di merito: non si può derogare al principio della soccombenza per questioni estranee alle parti in causa.


Nella fattispecie un automobilista aveva impugnato un'ordinanza ingiunzione relativa a un verbale di contravvenzione per la violazione di cui all'articolo 143 del codice della strada  e, nel corso del giudizio, era stato accertato che c'era stato un errore del vigile urbano che, quando aveva annotato il numero di targa sul blocchetto delle contravvenzioni, si trovava troppo distante dal semaforo.


Pur avendo dato ragione all'automobilista, il giudice di pace aveva deciso di compensare le spese di lite vanificando in sostanza l'esito positivo dell'opposizione all'ordinanza-ingiunzione.

Anche il Tribunale, investito dell'appello, aveva confermato la decisione sulla compensazione delle spese.


Secondo la Cassazione però (sentenza 11947/2015),  il giudizio è da rifare. Con una tirata d'orecchie per i giudici di merito, la Corte fa notare che l'errore del 'pizzardone' è questione estranea alle parti in causa e non può quindi  condizionare la decisione sulle spese di lite.


In ogni caso, ricordano gli Ermellini, il vigile urbano è tenuto a fare tutto il possibile per evitare errori al momento in cui deve rilevare infrazioni al codice della strada.


Per altri dettagli si rimanda al testo integrale della sentenza qui sotto allegato.

Cassazione Civile, testo sentenza 11947/2015

Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: