di Paolo M. Storani - POSTA & RISPOSTA n. 378 - Il nostro affezionato visitatore Michele P. Righetti scrive a questa rubrichetta la seguente, bella lettera: 

"Caro avvocato Storani, mi piacerebbe conoscere l'opinione dei lettori della sua rubrica in merito a una questione che mi sta particolarmente a cuore. Mi è capitato di assistere a una discussione tra il direttore di un supermercato e il proprietario di un piccolo barboncino che era appena entrato con il suo amico a quattro zampe tenendolo rigorosamente in braccio.

A quanto pare in quel supermercato (ma la regola sembra valere per quasi tutti i supermercati) non c'è la possibilità di accedere con un animale domestico di piccola taglia neppure tenendolo in braccio o in un trasportino.


Sembra che tutto dipenda da un pregiudizio abbastanza diffuso.

Si teme che la presenza di un animale possa comportare problemi igienico sanitari (che oltretutto lo stesso Ministero della Salute sembra avere escluso).

In realtà, da quello che so la Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) ha già da tempo reso noto attraverso un suo comunicato che "i cani, accompagnati dai loro padroni e provvisti di guinzaglio e museruola, avranno presto libero accesso a ristoranti, bar, gastronomie, gelaterie e pubblici esercizi in genere".
Secondo quanto emerge dal comunicato non dovrebbero più esserci (il condizionale è d'obbligo) cartelli e divieti all'ingresso dei negozi in linea con le ultime disposizioni europee a cui anche l'Italia si dovrà adeguare.

Naturalmente il proprietario dell'esercizio resterà libero di non accettare l'ingresso di animali, ma ciò che non riesco a comprendere è per quali ragioni si possa temere così tanto la presenza di piccolo un cagnolino in un market alimentare.
Dando oramai per assodato che non ci sono problemi di natura igienico sanitaria, ho provato a dare uno sguardo nella rete cercando di confrontare le diverse contrapposte opinioni.

Coloro che si oppongono decisamente alla presenza di animali all'interno di pubblici esercizi in cui si vendono generi alimentari poggiano la loro convinzione principalmente su questi rilievi:
1. I cani perdono peli e questi potrebbero finire sui generi alimentari.
A tal proposito però va detto che non tutti i cani perdono il pelo (almeno non i barboncini) e non riesco a comprendere come possano i peli finire sul cibo.
Se così fosse tutti i proprietari di cani si ritroverebbero costantemente nei loro piatti un condimento di peluria.

2. Ci sono persone allergiche al pelo del cane.
Confesso che non ho mai sentito parlare di questo tipo di allergia mentre so che si può essere allergici al pelo dei gatti.
Al di là di questo, io sono allergico al polline dei fiori ma non posso per questo vietare ad altre persone di entrare in un negozio con in mano un mazzo di margherite. Né posso pretendere che all'interno di un supermercato sia vietata la vendita di piante.
Anche nei treni del resto oggi è ammessa la presenza di animali così come è ammesso portare un mazzo di fiori.

3. alcuni cani non sono educati.
È vero. Ma questo dipende dal padrone. Anche un bambino maleducato potrebbe risultare notevolmente fastidioso.
Entrambi andrebbero lasciati a casa oppure educati.

4. Ho anche trovato (e questo in effetti fa un pò sorridere) chi si teme che un animale possa lasciarsi scappare quella che volgarmente viene chiamata una "scorreggia".
Anche in tal caso si tratta né più né meno di quello che potrebbe capitare quando si porta con sé un bambino in tenera età.
L'adulto la trattiene, l'animale e il bambino hanno la... scorreggia libera!
Fenomeno peraltro molto più raro nell'animale.

5. I cani sono sporchi.
Anche in questo caso tutto dipende dal padrone e possono essere sporche anche le persone ma non per questo vengono cacciate dal supermercato.

6. Alcuni clienti provano fastidio per la presenza di un cane nel supermercato e la loro volontà di non vederli va rispettata.
In questo caso direi che si tratta di una loro fobia. Ma se io ho la fobia per i bambini (cd. pedofobia) non per questo posso pretendere di vietare a un papà di portare suo figlio con sé a fare la spesa.

A quanto sopra vorrei aggiungere alcune considerazioni:

1. nella mia città ci sono poche aree verdi e in tutte quelle che conosco c'è il divieto di accesso agli animali.
2. Il sindaco sembra intenzionato a vietare l'ingresso di cani anche nel centro storico (sembra che provvedimenti analoghi siano stati adottati anche in altre città);
3. al supermercato non si può entrare con il proprio cane e non lo si può neppure lasciare solo in macchina perché altrimenti si rischia di commettere un reato (quello di maltrattamento animali).
4. Se devi andare in vacanza è molto difficile trovare alberghi che ospitano gli animali e di spiagge in cui sia consentito l'accesso a Fido se ne trovano davvero poche. Di conseguenza anche i proprietari devono rinunciare al mare.
5. Per rispettare tutte queste regole c'è solo un'alternativa: lasciare il cane a casa oppure evitare di avere un cane.

Pare che l'Italia sia l'unico paese in tutta Europa ad avere queste fobie. In Germania, in Francia, in Inghilterra e in molti altri paesi non è difficile trovare alberghi, ristoranti e negozi che lasciano entrare liberamente i proprietari con i propri cani.

Allora mi chiedo sono solo io a pensare che in un paese civile come il nostro tutti questi problemi si dovrebbero superare? Che cosa ne pensano i Suoi lettori?

Michele P. Righetti"

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